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Le ricercate tecnologie didattiche, di cui oggi gli educatori dispongono, hanno tanto il sapore degli effetti speciali usati nella produzione cinematografica e teatrale: sono capaci di stupire e anche di riprodurre una vita virtuale, ma una volta spente le luci della ribalta, lasciano al buio di fronte ai problemi di senso della vita concreta, e i nostri giovani rischiano di andare a sbattere rovinosamente. Di fronte all'attuale emergenza educativa, Anna Ferrari interroga il passato, quasi alla ricerca di un punto di ripristino. Lo fa senza nostalgie: se interroga l'antico Aristotele o il più recente Husserl, è per riscoprire e riproporre oggi, nella sua concretezza e complessità, l'humanum perduto, e con esso i fondamentali di una relazione educativa capace di uscire dalle secche del soggettivismo sterile, che ha smarrito il respiro della trascendenza e quindi del mistero umano.
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