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Pubblicato nel 1928 dal prestigioso editore torinese Paravia – noto soprattutto per la proficua collaborazione con Emilio Salgari – "I racconti d’Oltreoceano" raccoglie le impressioni annotate da Arnaldo Cipolla nei suoi viaggi fra penisola arabica, India e Africa equatoriale. L’occhio lucido di Cipolla, anche a distanza di quasi un secolo dai suoi avventurosi viaggi, si rivela un preziosissimo supporto per chiunque voglia addentrarsi in un mondo temporalmente lontano, ma anche per tutti coloro che desiderano apprendere di più sulle dinamiche che, ancora oggi, condizionano la vita in queste remote aree del mondo. Avanguardistico nell’approccio giornalistico (che ricorda, con decenni di anticipo, quello del grande Ryszard Kapuściński), così come nel genuino interesse per le popolazioni sottoposte al duro giogo coloniale, Cipolla rappresenta una lettura obbligata per chi è curioso del mondo e aperto alla scoperta dell’Altro...Arnaldo Cipolla (1877-1938) nasce a Como, figlio di un garibaldino. Appassionatosi fin da giovanissimo ai viaggi, nel 1904 decide di arruolarsi volontario e partire per il Congo belga. Da questa esperienza trarrà il materiale per il primo reportage, consistente in una corrispondenza con la sua famiglia ("Dal Congo"). Da lì in poi, Cipolla viaggerà e scriverà ininterrottamente, collaborando a varie riviste e affrontando innumerevoli spedizioni dall’Africa al Medio Oriente, dalla Cina all’India e dall’Oceania alle Americhe. Autore instancabile, firma non solo molte importantissime corrispondenze, ma anche alcuni celebri romanzi a sfondo coloniale, come "Il cuore dei continenti" (1926), "Il re fanciullo" (1920) e, soprattutto, "Un’imperatrice d’Etiopia" (1921). Grazie alla sua sensibilità a dir poco anticipatrice, i suoi testi sono stati spesso ricordati in occasione di recenti conflitti – come, ad esempio, le Guerre del Golfo – in quanto latori di considerazioni che brillano ancora per la loro sconcertante attualità.
Pubblicato a Torino nel 1929, "Racconti di tutto il mondo" è una raccolta estremamente eterogenea e vivida di impressioni di viaggio, scritte da Arnaldo Cipolla nel corso delle sue molte spedizioni a giro per il pianeta. Grazie a un occhio critico molto accentuato – specie nei confronti delle malefatte del colonialismo – ma anche di una sensibilità decisamente fuori dal comune, il grande esploratore e avventuriero comasco ci porta con sé alla scoperta delle piccole meraviglie a cui ha assistito di persona. Dalla Cina all’Egitto, dall’Arabia al Sudamerica (passando per l’India e la Thailandia), chi legge si trova di fronte a uno spettacolo maestoso, fatto di personaggi umili ma straordinari, a tratti bizzarri e non sempre virtuosi. Un distillato di umanità, quindi, nato dall’intraprendenza e dal profondo senso di responsabilità di un nomade moderno, che ha anticipato molte presunte consapevolezze che la nostra contemporaneità, troppo spesso, si accredita come esclusivamente proprie.Arnaldo Cipolla (1877-1938) nasce a Como, figlio di un garibaldino. Appassionatosi fin da giovanissimo ai viaggi, nel 1904 decide di arruolarsi volontario e partire per il Congo belga. Da questa esperienza trarrà il materiale per il primo reportage, consistente in una corrispondenza con la sua famiglia ("Dal Congo"). Da lì in poi, Cipolla viaggerà e scriverà ininterrottamente, collaborando a varie riviste e affrontando innumerevoli spedizioni dall’Africa al Medio Oriente, dalla Cina all’India e dall’Oceania alle Americhe. Autore instancabile, firma non solo molte importantissime corrispondenze, ma anche alcuni celebri romanzi a sfondo coloniale, come "Il cuore dei continenti" (1926), "Il re fanciullo" (1920) e, soprattutto, "Un’imperatrice d’Etiopia" (1921). Grazie alla sua sensibilità a dir poco anticipatrice, i suoi testi sono stati spesso ricordati in occasione di recenti conflitti – come, ad esempio, le Guerre del Golfo – in quanto latori di considerazioni che brillano ancora per la loro sconcertante attualità.
Negli anni fra il 1907 e il 1910 Arnaldo Cipolla è impegnato in una serie di corrispondenze dall’Africa per il Corriere della Sera. Dopo aver visitato il Somaliland inglese, il grande esploratore affronta ben due traversate dell’Etiopia, confluite poi nel libro "Nell’impero di Menelik" (1911), ristampato vari anni dopo nella versione che si può apprezzare nel presente "Pagine africane di un esploratore". Con l’occhio attento di un viaggiatore esperto, nonché di un giornalista sempre conscio degli interessi centrifughi che governano le politiche coloniali, Cipolla offre ai suoi lettori un resoconto appassionante della crisi politica apertasi nell’Impero etiope ai tempi del negus Menelik II (1844-1913). Una lettura estremamente interessante e lucida – nonostante sia trascorso più di un secolo – che aiuta a capire meglio anche quanto sarebbe accaduto ai tempi dell’infame campagna d’Etiopia di Mussolini (1935-1936).Arnaldo Cipolla (1877-1938) nasce a Como, figlio di un garibaldino. Appassionatosi fin da giovanissimo ai viaggi, nel 1904 decide di arruolarsi volontario e partire per il Congo belga. Da questa esperienza trarrà il materiale per il primo reportage, consistente in una corrispondenza con la sua famiglia ("Dal Congo"). Da lì in poi, Cipolla viaggerà e scriverà ininterrottamente, collaborando a varie riviste e affrontando innumerevoli spedizioni dall’Africa al Medio Oriente, dalla Cina all’India e dall’Oceania alle Americhe. Autore instancabile, firma non solo molte importantissime corrispondenze, ma anche alcuni celebri romanzi a sfondo coloniale, come "Il cuore dei continenti" (1926), "Il re fanciullo" (1920) e, soprattutto, "Un’imperatrice d’Etiopia" (1921). Grazie alla sua sensibilità a dir poco anticipatrice, i suoi testi sono stati spesso ricordati in occasione di recenti conflitti – come, ad esempio, le Guerre del Golfo – in quanto latori di considerazioni che brillano ancora per la loro sconcertante attualità.
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