Join thousands of book lovers
Sign up to our newsletter and receive discounts and inspiration for your next reading experience.
By signing up, you agree to our Privacy Policy.You can, at any time, unsubscribe from our newsletters.
Flora non si rispecchia nel mondo che la circonda: è una società a cui non appartiene, che non la comprende, né tantomeno la valorizza. Come il suo stesso nome lascia presagire, è un fiore in un deserto di bigottismo, arretratezza ed egoismo. Vedrà il suo sogno d’amore svanire per situazioni a lei esterne, assisterà al suo processo giornaliero di giudizi e cattiverie, verrà risucchiata in un vortice di avvilimento e apatia.Un romanzo forte e vero che, con la critica sociale tipica del verismo, proietta una realtà decadente e artificiale.Clarice Tartufari (1868-1933) è stata una scrittrice italiana. Apprezzata sia da Benedetto Croce che da Luigi Capuana, la sua poetica si colloca a metà tra verismo e decadentismo. La critica sociale e il valore estetico si fondono in opere limpide e crude, che fanno di Tartufari una delle più grandi scrittrici del Novecento italiano.
Vanna Brandimarte, donna caratterizzata da un forte temperamento, resta vedova di suo marito, Gentile Mondaldeschi. Il suo compito ora e quello di badare a suo figlio, Ermanno. Il ragazzo ha grandi ambizioni, ma lei cerchera in ogni modo di piegarlo al suo volere, cercando di ostacolare il suo sogno di diventare un prete o, chissa, addirittura un cardinale. Quando Ermanno entra in seminario, tuttavia, diverse vicissitudini lo riporteranno a fare i conti con quella che e la vita materiale, in cui ad alternarsi sono anche passione e malattia...-
Sign up to our newsletter and receive discounts and inspiration for your next reading experience.
By signing up, you agree to our Privacy Policy.