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Agli inizi del novecento due cognati: Carmine Malvagna e Luciano Prizzi, uomini dell'entro-terra siciliano non particolarmente poveri, spinti da motivi lontani dal cercare il solo benessere, raggiunsero l'America. Di loro il primo fuggiva da una promessa e l'altro dalle sue paure. Comunque, erano entrambi decisi ad arricchirsi abbastanza da far vivere i propri figli nell'opu-lenza. Pur di riuscirci Carmine e la moglie Rosa Fornari, ricongiuntasi a lui, sua sorella Maria insieme al marito Luciano camminarono più volte sul filo del rasoio, vivendo pericolosamente buona parte dei trent'anni passati in quella nazione. Aiutati da una fortuna benevola e da amici sinceri, realizzarono quanto si erano prefissi. La casualità delle loro vicissitudini, fece sì che le brutture della prima guerra mondiale e lo sconforto conseguente alla grande crisi economica del 1929 in America, gli scivolassero addosso senza coinvolgerli. Ciò permise a queste persone, indubbiamente speciali, di vivere il resto dei giorni messi loro a disposizione dall'Onnipotente come ricchi uomini d'affari o proprietari terrieri.
L'amore e l'odio hanno spinto da sempre verso soluzioni tragiche le vicende all'origine di tali sentimenti. Soprattutto quando viene a mancare il rispetto del comandamento che impone di non desiderare, ne rapire la femmina altrui. Specie se è quella di un potente Re. In passato giunsero nelle terre di Mazar degli stranieri dall'animo buono. Prima di andare via ci lasciarono molte conoscenze. Grazie ad esse sviluppammo una civiltà pacifica rinunciando a conquiste eguerre. Divenimmo un potente Impero governato da Re: Havas II. La pace durò finché il figlio Morchedai e il fratellastro Hiscar non lo convinsero ad ampliare i possedimenti dell'Impero. I due principi conquistarono molte terre fertili necessarie alla popolazione aumentata per mancanza di guerre, e dalle ridotte mortalità dovute a medicine ricavate da piante donateci dagli stranieri. Durante una di queste campagne militari, Hiscar si inoltrò nel deserto per tornarne cambiato. Insieme a lui era tornato qualcosa dentro il suo animo di impalpabile, mefistofelico; da allora volle un esercito di soli mercenari kebrasan, le cui maggiori prerogative erano la ferocia in battaglia e la fedeltà. Un giorno alcuni di loro rientrarono da una scorreria con dei prigionieri.Tra questi vi era una bellissima kievana di nome Avigheil.
E' un romanzo di fantascienza che spazia nel passato .... Gli incursori del 2° Halifax, non avrebbero mai pensato di dover combattere in luoghi tanto lontani da qualsiasi immaginazione, quella che per loro sarebbe stata: L'ultima battaglia degli uomini perduti. Il racconto, pur senza volerlo, tende a rispecchiare lo stato d'animo e i desideri di chi si trova a vivere in questi tempi con scarse possibilità di sperare in un futuro migliore. Anche se a volte il fato, o chi per lui, permette siano esauditi desideri che non sapevamo di avere e realizzare sogni mai fatti.
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