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Quando non si ha la capacità di sguardi corti. Quando in ogni cosa, si percepisce sempre un'estensione e quando si riescono a fare viaggi intensi, restando fermi. La diagnosi, a questo punto, diventa inconfutabile: si è "malati d'infinito". Questo il filo conduttore della nuova silloge poetica di Fabrizio Coccia, già autore di "Speranze e Paure". Uno spaccato d'infinito, che si snoda in 37 perle d'Anima. Sempre caratterizzata da un uso umile e semplice di linguaggio, che mette però in risalto un sentire che non conosce le mezze misure.
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