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Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è la raccolta di tre popolarissimi racconti (Le sottilissime astutie di Bertoldo, Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino e Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino), i primi due scritti da Giulio Cesare Croce e l'ultimo da Adriano Banchieri, pubblicata per la prima volta nel 1620. I racconti riprendono e rielaborano novelle antichissime, in particolare la medievale Disputa di Salomone con Marcolfo. Principio narrativo comune ai racconti di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è la contrapposizione tra la vita semplice dei contadini e quella artificiosa e vana dei cortigiani. 'Bertoldo' è passato poi a indicare, per antonomasia, il contadino rozzo, ma saggio e dotato di senso pratico.Giulio Cesare Croce è stato uno scrittore e cantastorie italiano a cavallo tra il ‘500 e il ‘600. Non entrò mai a pieno titolo nei circuiti dei letterati dell'epoca per le scelte diverse che fece. Essere letterato al suo tempo significava fare vita di corte, avere dei mecenati o essere completamente autosufficienti. Croce non fu mai un letterato in senso stretto e cercava maggiormente il suo pubblico fra le persone comuni. Pertanto la sua ispirazione e le sue motivazioni venivano dal basso, dal pubblico dei mercati dove a volte persone in grado di leggere compravano le sue opere, al contrario di molti suoi coevi che trovavano le ispirazioni nei desideri dei mecenati, il che rende le sue opere un'importante testimonianza della sensibilità delle classi più umili dell'età barocca.
L'astuto e mordace Bertoldo fece la sua prima apparizione, anche se con un nome diverso, nel "Dialogo di Salomone e Marcolfo", un testo in latino la cui edizione più antica è databile al 1470 circa. A consacrare il personaggio furono però "Le sottili astutie di Bertoldo" (1606) e "Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino" (1608) di Giulio Cesare Croce, cui Adriano Banchieri fece seguire la "Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino" (pubblicata postuma nel 1641). Questa raccolta mantiene il titolo tradizionale di "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", ma include anche la "Continuazione e fine della storia di Cacasenno", appositamente tradotta da un'edizione spagnola del 1864. Diverse frasi, presenti nell'edizione del 1606 del Bertoldo e soppresse in edizioni successive, sono state ripristinate. L'inclusione della quarta novella e le numerosissime e utili note, che hanno principalmente lo scopo di permettere al lettore una facile e piacevole lettura, rendono quest'opera originale.
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