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Durante buona parte dell'ottocento molti si volsero a rivendicare la libertà e l'indipendenza nazionale. Ma tale rivendicazione era per prevalenti aspetti di carattere patriottico. Sul finire del XIX secolo però inizia ad imporsi l'idea della grandezza della nazione e dello stato nazionale. A seguito di ciò si sviluppa per grandi linee la forte coscienza nazionalista che comporterà l'assolutizzazione, la sacralizzazione del mito della nazione. E la mitologia della nazione si incide fortemente nel divenire delle grandi ideologie del novecento portando a ben due guerre mondiali e al sacrificio di milioni di individui. Forti di quanto la storia ci tramanda oggi possiamo ben dire che non con la guerra, con la supremazia ottenuta mediante la forza e la violenza e con l'imperialismo che si ottiene la realizzazione di una grande nazione. Un altro tipo di nazione è stato ed è possibile: è la nazione liberaldemocratica, che coniugando le più alte aspirazioni di libertà a quelle di eguaglianza rappresenta uno dei frutti di migliore maturazione della civiltà etico-politica occidentale. E non è stato un caso che per l'Italia l'8 settembre 1943 ha segnato la fine di un mito: il mito della nazione fascista.
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