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Quest'opera, uscita a Bombay nel 1895 e poi riproposta nel 1907 in forma modificata sotto il titolo "The Spirit of the Upanishads or The Aphorisms of the Wise" e con la falsa attribuzione a Yogi Ramacharaka, viene ora tradotta in italiano per la prima volta nella sua forma integrale, correttamente restituita al suo vero autore, Manil¿l Nabhubh¿¿ Dvivedi, che volle, scrivendo questa "Imitazione", celebrare la figura di colui che è ritenuto il massimo maestro dell'Advaita-ved¿nta, ¿r¿ ¿di ¿ankar¿c¿rya, restauratore della tradizione indù, fornendo una silloge di insegnamenti tratti sia dalle opere da lui direttamente scritte o commentate (molti passi sono tratti dalla "Bhagavadg¿t¿" e dalle "Upanishad") sia da quelle scritte dai suoi immediati seguaci (Sure¿vara, Vidy¿ranya). Dario Chioli, il curatore, ha spiegato nella Presentazione le contorte vicende editoriali del libro e delineato un profilo biobibliografico dell'autore, corredando poi il testo di note, bibliografia e glossario.
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