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Il tratto della Via Amerina che dal pianoro di San Lorenzo conduce a Falerii Novi rappresenta forse l¿unico tratto di questa strada costruito ex novo dai romani dopo la conquista dell¿Ager Faliscus. Il suo andamento perfettamente rettilineo rappresenta un segno indelebile sul paesaggio, un taglio netto anche violento, come violenta fu la conquista del territorio falisco da parte di Roma. Doveva rappresentare la potenza sia economica che militare del nuovo Impero che si andava formando, era l¿emblema di Roma che aveva conquistato il territorio dei Falisci e distrutto Falerii Veteres. Nel suo procedere senza impedimenti la strada supera quattro torrenti e altrettante forre, alcune molto profonde. Quattro ponti costruiti in opera quadrata di tufo con nucleo in opus cementicium, tre dei quali molto imponenti, superavano partendo da Falerii Novi la forra del Rio Purgatorio, la forra del Rio Maggiore, la forra del Fosso dei Tre Ponti, un quarto ponte di modeste dimensioni data l¿entità del torrente, superava il Rio Calello.
L¿edificio chiesastico di Santa Croce si trova ubicato nella parte nord-est del centro storico di Nepi a ridosso di uno degli antichi assi viari che dipanandosi dalla Via Amerina, arteria stradale principale in direzione nord-sud, attraversava orizzontalmente il tessuto urbano della città. La sua seicentesca facciata prospetta sul lato orientale della piazzetta dell¿Ospedale intitolato, come la chiesa, alla Santa Croce. Incastonata tra le abitazioni e l¿Ospedale, circondata a sud da un muro che delimita un piccolo terreno a uso d¿orto, questa bellissima testimonianza dell¿architettura e della decorazione romanica, rimane nascosta alla vista dei più. Le sue strutture ci raccontano la storia di un susseguirsi di fasi costruttive ed evolutive che vanno probabilmente dal secolo IX¿X al secolo XX. In quest¿ampio spazio temporale la costruzione è passata, come è naturale, anche attraverso esperienze traumatiche di crolli, successive ricostruzioni, cambiamenti strutturali e variazioni stilistiche.
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