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Accusato di cospirazione carbonara, lo scrittore Silvio Pellico viene arrestato dalla polizia austriaca e rinchiuso in carcere per più di 10 anni, dal 1820 al 1830. Questi lunghi anni di detenzione saranno alla base di Le mie prigioni che non è solo un toccante memoir ma un testo cardine del pensiero occidentale dell'Ottocento e della storia della lotta per i diritti umani.Silvio Pellico (1789-1854) è stato uno scrittore italiano. Accusato di essere un carbonaro, fu arrestato dalla polizia austriaca e imprigionato per dieci anni. Dapprima condannato a morte, la sua pena fu successivamente commutata in carcere duro. Fu proprio in carcere che Pellico scrisse ‘Le mie prigioni’, uno dei libri più importanti del Risorgimento italiano e della storia dei diritti umani.
Mes prisons, suivi des Devoirs des hommes, par Silvio Pellico. Traduction nouvelle par le Cte H. de Messey, revue par le Vte Alban de Villeneuve, avec une notice biographique et littéraire sur Silvio Pellico et ses ouvrages, par M. V. Philipon de La MadelaineDate de l'édition originale: 1844Le présent ouvrage s'inscrit dans une politique de conservation patrimoniale des ouvrages de la littérature Française mise en place avec la BNF. HACHETTE LIVRE et la BNF proposent ainsi un catalogue de titres indisponibles, la BNF ayant numérisé ces oeuvres et HACHETTE LIVRE les imprimant à la demande. Certains de ces ouvrages reflètent des courants de pensée caractéristiques de leur époque, mais qui seraient aujourd'hui jugés condamnables. Ils n'en appartiennent pas moins à l'histoire des idées en France et sont susceptibles de présenter un intérêt scientifique ou historique. Le sens de notre démarche éditoriale consiste ainsi à permettre l'accès à ces oeuvres sans pour autant que nous en cautionnions en aucune façon le contenu. Pour plus d'informations, rendez-vous sur www.hachettebnf.fr
Le lettere raccolte in questa edizione testimoniano del successo internazionale de Le mie prigioni, ma anche del lavoro di segretario della marchesa Giulia Falletti di Barolo che il Pellico svolgeva quando necessario (oltre ad collaborare attivamente con le opere di carità della marchesa).Le mie prigioni di Pellico avevano commosso molti lettori anche di religione non cattolica e ne avevano favorito la conversione, tra questi Pellico ricordava in particolare l'incisore tedesco Karl Voigt con cui poi aveva intrattenuto una corrispondenza abbastanza regolare.Una conversione meno nota, ma ugualmente significativa è quella testimoniata da una delle lettere qui raccolte, indirizzata ad una principessa Gagarin di Monaco che da protestante si era fatta cattolica, ma che soffriva perché il marito e i tre figli non avevano condiviso la sua scelta ed erano rimasti protestanti.
Quest¿opera (edizione rilegata) fa parte della collana di libri TREDITION CLASSICS. La casa editrice tredition di Amburgo pubblica nell'ambito della collana TREDITION CLASSICS opere datate più di 2000 anni. Queste opere erano in gran parte esaurite o reperibili solo come pezzi d'antiquariato. La serie di libri contribuise a preservare la letteratura e a promuovere la cultura. Essa aiuta inoltre ad evitare che migliaia di opere cadano nel dimenticatoio. L'obiettivo della serie è di ripubblicare migliaia di classici della letteratura mondiale in diverse lingue... in tutto il mondo!
Quest¿opera (edizione rilegata) fa parte della collana di libri TREDITION CLASSICS. La casa editrice tredition di Amburgo pubblica nell'ambito della collana TREDITION CLASSICS opere datate più di 2000 anni. Queste opere erano in gran parte esaurite o reperibili solo come pezzi d'antiquariato. La serie di libri contribuise a preservare la letteratura e a promuovere la cultura. Essa aiuta inoltre ad evitare che migliaia di opere cadano nel dimenticatoio. L'obiettivo della serie è di ripubblicare migliaia di classici della letteratura mondiale in diverse lingue... in tutto il mondo!
Lettres de Silvio Pellico / recueillies et mises en ordre par M. Guillaume Stefani; trad. et précédées d'une introd. par M. Antoine de LatourDate de l'édition originale: 1857Sujet de l'ouvrage: Pellico, Silvio (1789-1854) -- CorrespondanceLe présent ouvrage s'inscrit dans une politique de conservation patrimoniale des ouvrages de la littérature Française mise en place avec la BNF.HACHETTE LIVRE et la BNF proposent ainsi un catalogue de titres indisponibles, la BNF ayant numérisé ces oeuvres et HACHETTE LIVRE les imprimant à la demande.Certains de ces ouvrages reflètent des courants de pensée caractéristiques de leur époque, mais qui seraient aujourd'hui jugés condamnables.Ils n'en appartiennent pas moins à l'histoire des idées en France et sont susceptibles de présenter un intérêt scientifique ou historique.Le sens de notre démarche éditoriale consiste ainsi à permettre l'accès à ces oeuvres sans pour autant que nous en cautionnions en aucune façon le contenu.Pour plus d'informations, rendez-vous sur www.hachettebnf.fr
L'archivio storico del comune di Saluzzo contiene diversi autografi di Silvio Pellico, provenienti da varie donazioni, la più consistente delle quali venne fatta nel 1863 dalla sorella Giuseppina. Tra questi manoscritti c'è n'è uno poco conosciuto, intitolato Las Casas, scritto sulla carta arrangiata che i prigionieri politici usavano durante la detenzione allo Spielberg. La struttura del testo non corrisponde, però, a quella di una tragedia né per numero di personaggi né per partizione né per durata dell'azione che inizia nel 1513 e termina tre anni dopo. Protagonista è il frate domenicano Bartolomeo de Las Casas esempio di religioso che vuole convincere gli indigeni a convertirsi al cristianesimo senza forzarli e senza assoggettarli al dominio spagnolo con la violenza...
Mes Prisons; suivies du Discours sur les devoirs des hommes / Silvio Pellico; trad. de M. Antoine de Latour...; éd. ill. par Tony Johannot...Date de l'édition originale: 1843Sujet de l'ouvrage: Pellico, Silvio (1789-1854)Prisons -- Italie -- 19e siècle -- Récits personnelsLe présent ouvrage s'inscrit dans une politique de conservation patrimoniale des ouvrages de la littérature Française mise en place avec la BNF.HACHETTE LIVRE et la BNF proposent ainsi un catalogue de titres indisponibles, la BNF ayant numérisé ces oeuvres et HACHETTE LIVRE les imprimant à la demande.Certains de ces ouvrages reflètent des courants de pensée caractéristiques de leur époque, mais qui seraient aujourd'hui jugés condamnables.Ils n'en appartiennent pas moins à l'histoire des idées en France et sont susceptibles de présenter un intérêt scientifique ou historique.Le sens de notre démarche éditoriale consiste ainsi à permettre l'accès à ces oeuvres sans pour autant que nous en cautionnions en aucune façon le contenu.Pour plus d'informations, rendez-vous sur www.hachettebnf.fr
Des devoirs des hommes: discours a un jeune homme / Silvio Pellico; [publie par Louis Dupont] http: //gallica.bnf.fr/ark: /12148/bpt6k5511274s
La Gismonda appartiene al gruppo di tragedie composte dal Pellico dopo la liberazione dal carcere e il ritorno in famiglia a Torino. Prima di entrare a palazzo Barolo come segretario Pellico ha dedicato quattro anni esclusivamente al lavoro di scrittore e in questo periodo ha composto diverse tragedie e poesie, quasi a compensare il fatto che in carcere ai detenuti politici era proibito scrivere. Il manoscritto di questa tragedia è conservato attualmente nell'archivio storico del comune di Saluzzo, assieme agli altri documenti autografi del Pellico, donati nel 1863 da Giuseppina, sorella dello scrittore, alla città natale del Pellico. Il testo non presenta correzioni, si tratta probabilmente quindi del testo definitivo, usato da Pellico per la messa in scena (non credo si tratti del testo passato attraverso il controllo della censura, altrimenti sarebbe più logico che fosse conservato nell'archivio di stato di Torino dove sono confluiti i documenti ufficiali dello stato sabaudo...
Silvio Pellico è conosciuto per il suo libro di memorie ("Le mie prigioni", pubblicato dall'editore Bocca di Torino nel 1832), ma nel periodo risorgimentale era considerato anche un apprezzato autore sia di testi teatrali sia di poesie a carattere intimista e autobiografico. Silvio Pellico ha avuto, infatti, poche, ma intense storie d'amore che ha saputo rievocare con toni, a volte appassionati, a volte nostalgici, nelle poesie della raccolta "Poesie inedite", stampata a Torino nel 1837, ma anche nel vaudeville "La festa di Bussone", scritto nel 1820 per l'attrice Teresa (Gegia) Marchionni...
La presente edizione è stata curata da Cristina Contilli giornalista e studiosa del Pellico su cui nel 2006 ha discusso una tesi di dottorato presso l'università di Macerata. In collaborazione con archivi e biblioteche la curatrice ha già ripubblicato alcune cantiche e tragedie del Pellico, sulla base degli autografi dell'autore. La presente edizione è stata curata da Cristina Contilli giornalista e studiosa del Pellico su cui nel 2006 ha discusso una tesi di dottorato presso l'università di Macerata. In collaborazione con archivi e biblioteche la curatrice ha già ripubblicato alcune cantiche e tragedie del Pellico, sulla base degli autografi dell'autore.
Per Pellico la Barolo è, dopo molti anni di stretta collaborazione, una donna "venerata" perché da ammirare per il suo attivismo benefico, ma anche "amata", parola più ambigua e di difficile interpretazione, anche considerando che all'epoca il verbo amore si usava con un'estensione più ampia rispetto a come si fa attualmente, "amata" resta una parola forte, soprattutto dopo che due anni prima si era diffusa la falsa notizia di un matrimonio segreto celebrato a Roma tra la Barolo e il Pellico. La correttezza e il rispetto del Pellico per la Barolo è testimoniata tuttavia dal fatto che, se nel 1833 Giulia poteva ancora essere Giulietta o Juliette in alcune lettere dello scrittore al nobile piemontese Pietro Di Santarosa, dopo il 1834 Giulia diventa la "signora marchesa" la mia "padrona" o "benefattrice" e Pellico non la chiama più per nome neppure nelle lettere al fratello Luigi o ad amici stretti come Pietro Borsieri e Federico Confalonieri.
I destinatari delle lettere di Silvio Pellico raccolte in questo volume sono due scrittori veneti, il primo per nascita (Barichella è nato e vissuto, infatti, nella sua amata Vicenza dove ancora oggi nella Biblioteca Civica sono conservati i suoi autografi e le sue numerose pubblicazioni), il secondo per adozione (Parolari, era nato, infatti, a Napoli, ma ha vissuto per molti anni a Venezia). Queste lettere rappresentano l'evoluzione del gusto e delle idee letterarie del Pellico in un periodo poco studiato della sua vita che va dal 1835 al 1846, dal periodo in cui Pellico lavorava ad alcune cantiche di ambientazioni medievale e alla propria autobiografia ad una stagione in cui aveva messo da parte la poesia per dedicarsi principalmente alle opere di carità al seguito della marchesa Di Barolo di cui era divenuto segretario.
Silvio Pellico ha avuto poche, ma intense storie d'amore. Piero Maroncelli nella nota biografica, pubblicata insieme all'edizione parigina de Le mie prigioni, ricorda il primo amore dell'amico: un'adolescente torinese di nome Carlottina, morta a quindici anni, un amore delicato e innocente che il Pellico, chiuso nello Spielberg, ricordava ancora con tenerezza. In una cantica composta nel 1835 e intitolata Le passioni Silvio Pellico ricorda così la prima donna che ha amato: "Del me passato aggiugnesi indivisa / Di palpiti d'amor soave istoria / Quando un'egregia m'infiammava in guisa, / Ch'io per lei sola ambia pietate e gloria, / Ch'io sempre in lei tenea l'anima fisa, / Che d'un sorriso suo per farmi degno, / Sempre agognava ingentilir lo ingegno!" VERSI SCELTI TRATTI DALLE CANTICHE E DALLA TRAGEDIE DEL PELLICO CON UNA RICOSTRUZIONE NELL'INTRODUZIONE DELLE SUE STORIE D'AMORE.
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