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A settantacinque anni esatti dalla battaglia di Kursk, forse il più grande scontro di mezzi corazzatidi tutta la storia, abbiamo voluto ricordare l¿evento, con questa nuova pubblicazione, dando ampiospazio soprattutto alle foto dell¿epoca, per poter rivivere quasi da vicino quei tragici e terribilieventi, quasi ¿toccare¿ con mano il campo di battaglia, attraverso gli scatti dei corrispondenti diguerra tedeschi, al seguito dei reparti SS: Max Büschel, Cantzler, Grönert, King, FriedrichZschäckel e tanti altri. Foto di uomini, armi e mezzi, ripresi sul campo di battaglia, prima, durantee dopo gli scontri, durante i rari momenti di pausa, ¿bloccati¿ per sempre sulla pellicola fotografica,vere e proprie testimonianze di storia militare. Una eccezionale documentazione fotografica, chesperiamo potrà essere utile agli storici, agli studiosi di militaria e agli stessi appassionati dimodellismo, che potranno attingere nuove idee per i loro figurini, modelli e diorami. Alcune fotosono già conosciute, ma noi ci siamo sforzati di inserire laddove è stato possibile anche del nuovomateriale, sicuramente inedito, proveniente dai principali archivi pubblici e privati, per riuscire aoffrire ai nostri lettori un prodotto editoriale veramente nuovo. Così come, per evitare inutiliripetizioni di testi già scritti sulla battaglia nei nostri precedenti articoli e libri, abbiamo analizzatoil corso delle operazioni militari soprattutto dal punto di vista della divisione Das Reich, attingendole informazioni direttamente dai diari di guerra tedeschi e dal monumentale lavoro di OttoWeidinger sulla stessa divisione. Nel testo, non mancano però riferimenti sull¿impiego delle altreformazioni dell¿SS¿Panzer¿Korps, i cui reparti agirono sempre in stretta collaborazione nel corsodell¿offensiva. Sperando di aver fatto come sempre un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziaretutti gli amici e i collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione di questo libro.
Nell¿estate del 1942, le forze tedesche ritornarono ad attaccare sul fronte dell¿Est, questa voltaconcentrandosi esclusivamente nel settore meridionale, con l¿obiettivo di conquistare Stalingrado eil Caucaso. La scelta di attaccare in quella regione, fu dettata soprattutto dall¿esigenza di prendereil controllo dei ricchi giacimenti petroliferi del Caucaso, per poter avere riserve di carburantesufficienti per combattere una guerra, diventata ormai mondiale. La divisione Wiking, dopo esserestata impegnata nella riconquista di Rostov, penetrò profondamente nelle regioni caucasiche,superando i numerosi corsi d¿acqua che attraversavano quelle terre, affrontando mille insidie emille combattimenti, contro un nemico sempre più agguerrito, coriaceo e soprattutto inafferrabile.Nel corso di questa nuova campagna, mancarono infatti le grandi manovre di annientamento delleforze sovietiche, che avevano caratterizzato la campagna estiva del 1941. Questa volta, i comandi ei soldati sovietici impararono a ripiegare e a raggruppare le loro forze per poi lanciare ferocicontrattacchi, unendo al coraggio anche l¿astuzia. Malgrado tutto, i reparti SS riuscirono adarrivare fino alle lontane regioni asiatiche, minacciando di giungere fino alle coste del Mar Caspio.Le condizioni del terreno, la forte resistenza del nemico, i problemi logistici e le pesanti perdite,frenarono le sue ambizioni e quelle di tutte le forze tedesche. Con l¿aggravarsi della situazione sulfronte di Stalingrado, le forze tedesche nel Caucaso, furono costrette a ripiegare rapidamente perevitare di finire intrappolate a loro volta e fu proprio la stoica resistenza dei reparti tedeschi di vonPaulus, a salvarle, dandogli il tempo di ritirarsi verso nord e ritornare sulle posizioni occupatel¿anno precedente. La divisione Wiking fu impegnata in una terribile ritirata d¿inverno,caratterizzata da durissimi combattimenti contro il nemico e contro il freddo glaciale, lamentandoulteriori pesanti perdite, riuscendo a ritirare i superstiti di quella terribile avventura oltre il fiumeMius. Come per tutti gli altri numeri di Fronti di Guerra, la cronologia degli eventi è raccontataattraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, i rapporti di guerra del periodo, i documentioriginali, il tutto accompagnato come sempre da un eccezionale corredo iconografico, mappe,documenti e immagini, provenienti dagli archivi militari di tutto il mondo e dalle principalicollezioni private, per rendere ancora più avvincente la trattazione degli argomenti. Sperando diaver realizzato un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziare tutti gli amici e i collaboratori chehanno contribuito alla realizzazione di questo nuovo numero di Fronti di Guerra e invito tutti asegnalare eventuali aggiunte o correzioni.
La storia della prima brigata SS, un reparto sicuramente poco conosciuto e soprattutto poco trattato dalla storiografia ufficiale, pur essendo una formazione che si guadagnò sul campo, almeno nella fase finale della sua storia militare, una buona reputazione, come dimostrato dalle numerose decorazioni concesse ai suoi membri, tra Croci di Cavaliere e Croci Tedesche in Oro. Impiegati inizialmente nelle retrovie del fronte dell'Est, i reparti della Brigata SS furono coinvolti principalmente contro le bande partigiane, nella cosiddetta 'sporca guerra', una lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi, che chiamò in causa forze di sicurezza, milizie locali, i famigerati'Einsatzgruppen', ma anche vari reparti della Waffen SS, e che fu caratterizzata da crimini efferati contro la popolazione civile.
Joachim 'Jochen' Peiper, uno dei più famosi e valorosi ufficiali tedeschi che militarono nella Waffen SS, ma anche un personaggio descritto normalmente dalla storiografia ufficiale come un mostro, come uno tra i più feroci criminali di guerra tedeschi della Seconda Guerra Mondiale. È sempre molto difficile dover parlare del soldato Peiper, anche volendo affrontare l'argomento solo da un punto di vista strettamente storico-militare. L'intento di questo lavoro è principalmente quello di ripercorrere la carriera militare di Joachim Peiper e descrivere le azioni militari in cui furono impegnati i reparti della Leibstandarte Adolf Hitler al suo comando, azioni che ancora oggi sono studiate ed analizzate in tutte le accademie militari del mondo e a cui sono continuamente dedicate nuovi studi e nuove pubblicazioni storico-militari. Queste azioni furono condotte da uomini coraggiosi e temerari, condotti in battaglia da comandanti di valore, non da criminali fanatici assetati di sangue. Furono sicuramente commessi degli abusi, dei crimini contro i prigionieri nemici, le popolazioni civili, tutte inevitabili conseguenze della guerra, degli scontri tra reparti nemici...
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