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Books in the Soldiers & Weapons series

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  • by Luca Stefano Cristini & Guglielmo Aimaretti
    £26.99

    Il secondo volume sull'esercito del Regno Italico è dedicato alla cavalleria di linea e ai corpi a cavallodella Guardia reale, come i Dragoni della Guardia, le Guardie d'Onore e la Gendarmeria Reale.Come al solito vengono passate in rassegna regolamenti ed uniformi dei vari corpi. La seconda partedel libro è invece dedicata alle vicende militari compiute dall'Esercito Italico negli anni dal 1805-1814.Dopo esserci occupati delle varie campagne d'Italia nel primo volume, procediamo in questo studiocon la narrazione della famosa campagna militare di Russia del 1812. La guerra di Spagna, infine, saràargomento trattato nel terzo e ultimo volume della serie dedicata all'esercito del Regno Italico. Quellain terra russa fu un'avventura militare avviata con le trombe squillanti, con gli squadroni baldanzosiche calpestavano il sacro suolo russo, certi di andare a cogliere facili successi, ma che invece terminòin un completo disastro che riportò a casa meno di un decimo dei soldati che erano partiti. Nellacampagna di Russia parteciparono numerosi Italiani: parecchie migliaia (piemontesi e liguri) sottobandiera francese perché appartenenti a paesi annessi all'Impero, dodicimila napoletani agli ordinidi Re Gioacchino Murat, ed infine ben ventisettemila sotto le insegne del Regno Italico. I Napoletaniformarono due brigate al diretto comando di generali italiani, poiché il loro Re Gioacchino era statoposto alla testa di tutta la cavalleria della Grande Armée da Napoleone Bonaparte in persona, il qualeaveva grande fiducia nel suo cavaliere per antonomasia.I ventisettemila Italiani del Regno Italico, materia del nostro studio, erano suddivisi fra la GuardiaReale guidata da Teodoro Lechi, e nella 15a divisione del IV Corpo d'armata imperiale, il quale eraa sua volta posta sotto il supremo comando del Viceré d'Italia Eugenio de Beauharnais. Infine altredue divisioni del medesimo corpo, la 13a e la 14a, avevano bandiera francese, ma erano in gran parteformate da italiani dei paesi annessi all'Impero.Di tutte le armi italiane presenti in Russia (ma anche in Spagna) quella di cavalleria fu quella chemaggiormente si distinse e si coprì di gloria!

  • - Grenzer, Landwher E elite forces
    by Enrico Acerbi
    £27.99

    Even when a History writer would have wanted to celebrate, maybe the greatest European power (on land), namely the Austrian Empire, he certainly would not had chosen the terrible year 1809. What for the military apparatus in Vienna could have been a beginning of a Great Military Reform, the triumph of the Generalissimus Archduke Charles, became one of the worst nightmares of Habsburg history.In short, after a series of unfortunate events and bad military conduct, Austria disappeared from the European scene, losing further important territories but, above all, losing its mighty armies. The author chooses to tell about that period, evaluating the military organization, starting from the recruitment, up to the details of the various units, because that army, was the largest army fielded by Austria before the Great War: man told about 600,000 men, including the Levies of regional volunteers, called Landwehr (in the territories of the Austrian Crown) and Insurrectio (in the territories of the Crown of St. Stephen).......At the end, Austria entered into war with the most powerful military force of the whole Napoleonic Period (in numbers of fighters), an effort which hardly seemed possible and which surprised the world. Unfortunately its three armies (and the Landwehr) did not surprised Bonaparte, who kicked.

  • - e le unita ebraiche nell'esercito britannico durante la 2a guerra mondiale
    by Samuele Rocca
    £23.49

    2a edizione aggiornata e ingrandita. Durante la seconda guerra mondiale, non meno di 35.000 ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, servirono nell'esercito britannico come volontari. Verso la fine della guerra, nel settembre 1944, venne creata una Brigata Ebraica combattente, che servi' sul fronte italiano. Intanto volontari ebrei provenienti dalla Palestina Mandataria servivano nelle piu' disparate unita' dell'esercito inglese, in corpi non combattenti come i pionieri (Army Pioneer Corps), trasporti (Royal Army Service Corps), genio (Royal Engineers), ed in unita' combattenti come l'artiglieria (Royal Artillery), aviazione (Royal Air Force), e marina (Royal Navy), e naturalmente la sanita' (Royal Army Medical Corps). Non meno di 3500 donne servirono come ausiliarie nel ATS (Auxiliary Territorial Service) in vari compiti. I volontari ebrei della Palestina furono presenti in tutti i teatri bellici in cui combatte' l'esercito britannico, dalla Francia nel 1940, Grecia e Creta nel 1941, i deserti dell'Egitto e della Cirenaica dal 1940 fino al 1943, Etiopia nel 1941, Sicilia ed Italia dal 1943 al 1945. Vari dottori si trovarono ad operare in India, ed alcuni piloti volarono missioni di combattimento contro i Giapponesi in Birmania. Inoltre vennero create varie unita' speciali, tra cui il Commando 51, lo Special Interrogation Group (SIG), che agiva oltre le linee dell'Afrika Korps, e vari paracadutisti agirono per conto dello Special Operation Executive nei Balcani, in Italia, e in vari paesi del centro Europa. Questa e' la loro storia.

  • by Bruno Mugnai
    £26.99

    " ... "La Spagna ci ha insegnato che si può aver ragione ma essere battuti, che la forza bruta può sconfiggere lo spirito e che il coraggio da solo non basta…" Albert CamusIl 22 settembre 1938 - nel mezzo dei furiosi combattimenti sull'Ebro - nella vana illusione di ottenere come contropartita il ritiro dei contingenti italiano e tedesco, il governo della Repubblica Spagnola comunicò la decisione di richiamare dal fronte tutti i volontari internazionali e chiese la costituzione di una commissione per controllare l'effettivo ritiro di tutti i combattenti stranieri.Con questo atto si chiudeva l'epopea dei volontari internazionali e la nascita di uno dei più straordinari miti del Novecento. Nonostante i protagonisti di quelle vicende siano oggi quasi tutti scomparsi, l'avventura de 'los mejores hombres en el mundo' continua a destare l'interesse degli specialisti e degli appassionati di storia e viene qui riproposta per un contributo aggiornato alla storia militare delle formazioni antifasciste.

  • by Bruno Mugnai
    £36.49

    "Fue en España donde mi generación aprendió que uno puede tener razón y ser vencido, que la fuerza puede destruir el alma, y que a veces el coraje no obtiene recompensa." Albert CamusEl 22 de septiembre de 1938, en medio de las encarnizadas luchas sobre el Ebro, con la vana ilusión de obtener como contrapartida la retirada de los contingentes italianos y alemanes, el Gobierno de la República comunicó la decisión de retirar del frente todos los voluntarios internaciones y pidió la creación de una comisión para controlar la efectiva retirada de todos los combatientes extranjeros.Con este acto se claudicaba la epopeya de los voluntarios internacionales y el nacimiento de otro de los más grandes y extraordinarios mitos del siglo XX. Y aunque hoy en día la mayoría de los protagonistas de estos eventos han ya desaparecido, la aventura de "los mejores hombres en el mundo" continúa despertando el interés de los especialistas y de los apasionados de la historia. Aquí se propone una contribución actualizada de la historia militar de estas formaciones antifascistas.

  • - The Infantry
    by Enrico Acerbi
    £27.99

    Even when a History writer would have wanted to celebrate, maybe the greatest European power (on land), namely the Austrian Empire, he certainly would not had chosen the terrible year 1809. What for the military apparatus in Vienna could have been a beginning of a Great Military Reform, the triumph of the Generalissimus Archduke Charles, became one of the worst nightmares of Habsburg history.In short, after a series of unfortunate events and bad military conduct, Austria disappeared from the European scene, losing further important territories but, above all, losing its mighty armies. The author chooses to tell about that period, evaluating the military organization, starting from the recruitment, up to the details of the various units, because that army, was the largest army fielded by Austria before the Great War: man told about 600,000 men, including the Levies of regional volunteers, called Landwehr (in the territories of the Austrian Crown) and Insurrectio (in the territories of the Crown of St. Stephen).......At the end, Austria entered into war with the most powerful military force of the whole Napoleonic Period (in numbers of fighters), an effort which hardly seemed possible and which surprised the world. Unfortunately its three armies (and the Landwehr) did not surprised Bonaparte, who kicked.

  • - Cavalry, Artillery & other forces
    by Enrico Acerbi
    £27.99

    The great reorganization of the Cavalry came with the end of the year 1801 and matched in a reduction of the Regiments, with the increase in the number of Squadrons, now eight, in order to form four divisions of two Squadrons each. With the mentioned increase of the divisions, in 1802, every German regiments had a second Major, which fact established the fourth division, as it already was effective among Hussars and Uhlans, calling it the "second majors-division". Each regiment had officially a Leib (1st) or Obrist division, a Lt. Colonel division and the 1st-2nd Major divisions.Curassiers and Dragoons became the official Heavy Cavalry, abandoning the devious term of Light Dragoons, while Chevauxlegers, Hussars and Uhlans became the Light Cavalry. After the 1805 campaign (Verordnung of August 1, 1806), the second Major-divisions were disbanded, in the German Heavy Cavalry regiments, which took again the stand of six squadrons (in War there was always a reserve Escadron acting as a Cadre formation, as before).The uniforms' confusion mounted in 1802, in the occasion of the renewed conversion of some Dragoon Regiments, into Chevauxlegers regiments, when it was prescribed, for both types of branches, the white rock colour and equal Facing either for Dragoons, or for Chevauxlegers Regiments, apart that the former had white buttons, instead of golden ones. But in 1807, again was ordered a green rock colour for three Chevauxlegers regiments.In this somewhat ambiguous manner, the Austrian cavalry entered the 1809 campaign, in which it had multiple opportunities to honor the battlefield.This volume also mentions the various Service's Army Branches, which, in any case, were the most stable structures of K.K Wehrmacht during the Napoleonic Wars.

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