Join thousands of book lovers
Sign up to our newsletter and receive discounts and inspiration for your next reading experience.
By signing up, you agree to our Privacy Policy.You can, at any time, unsubscribe from our newsletters.
La sconfitta subita in Egitto e Cirenaica dall'esercito del Maresciallo Rodolfo Graziani ad opera della Western Desert Force, culminata nell'annientamento della 10a Armata a Beda Fomm nel febbraio del 1941, costituisce la più grave disfatta dell'esercito italiano nel corso della propria storia, peggiore anche di quella avvenuta il 24 ottobre 1917 nella battaglia di Caporetto: un esercito di 150.000 uomini lasciò in mano ad un nemico di sole 36.000 unità ben 133.298 prigionieri, 420 carri armati, 845 cannoni e 564 aeroplani nell'arco di due mesi esatti, dal 9 dicembre 1940 al 9 febbraio 1941, subendone l'iniziativa strategica e la superiorità morale.Per l'Italia la sconfitta in Cirenaica costituì un duro ridimensionamento e la fine della guerra parallela, con la subordinazione strategica al Reich tedesco.Ma come per Caporetto, il Regio Esercito, lungi dall'essere sconfitto, si riprese subito anche e soprattutto grazie all'aiuto del Terzo Reich ed all'esempio fornito dalle unità del Deutsches Afrika Korps. Il volume analizza le forze in campo, le pressioni politiche fatte da Roma su Graziani per spingerlo ad attaccare, e le operazioni militari, dall'invasione italiana dell'Egitto all'operazione Compass con la quale Wavell ed 'O Connor respinsero gli italiani in Cirenaica sino alle decisive battaglie di Bardia, Tobruk, el Mechili e Beda Fomm.
Ho scelto questo titolo, un'affermazione del capitano del vaporetto che portò David Scott, giornalista del Times di Londra, a bordo dell'Artiglio, perché mi sembra che questa frase sia molto efficace, e riassuma benissimo come l'equipaggio dell'Artiglio appariva, non solo al vecchio capitano bretone, ma al mondo intero. Uomini forti, tenaci, capaci, intelligenti e coraggiosi. Uomini che sono riusciti ad arrivare la dove nessun altro era mai arrivato. Uomini che sono diventati eroi, leggende. Ma di cui purtroppo si rischia di perdere la memoria....Era tutto finito. Quel 7 dicembre, i migliori palombari che mai abbiano solcato i mari erano scomparsi, assieme alla loro nave, e alla speranza di portare a termine quell'impresa che li stava facendo conoscere a tutto il mondo. Forse avevano osato troppo, ma d'altronde era tipico loro. L'avevano addirittura scritto lungo il ponte di comando: MEMENTO AUDERE SEMPERRicordati di osare sempre. Mantennero la parola fino alla fine, questi uomini straordinari...
Firenze, A.D. 1478.La città più ricca d'Europa è governata da famiglie di mercanti e banchieri che ospitano e forggiano i miglioriartisti d'Italia. Sontuosi palazzi ospitano collezioni di capolavori scultorei classici e tele dipinte da geni comeBotticelli e il Pollaiolo. Dame che prestano il loro volto alle raffgurazioni della Beata Vergine passggiano per elegantigiardini, mentre i loro ricchi mariti ammassano fortune tra banchi e scrittoi lavorati dai più abili intarsiatori. Trale ombre, invece, i congiurati afflano i pugnali. Su quella che nominalmente dovrebbe essere una repubblica regnada un ventennio una sola famiglia, i Medici, sovrani non nel nome ma nel concreto. La giovane età del nuovo capofamiglia,Lorenzo de' Medici, lascia però sperare ai suoi nemici che si tratterà di un avversario non troppo diffcile da abbattere. Il vecchio Jacopo de' Pazzi tesse le sue trame, trovando un inaspettato appoggio in Sua Santità Papa Sisto IV, nel di lui nipote Girolamo Riario e nel Duca Federico di Montefeltro. Quello che ne consegue è la Congiura dei Pazzi, il fatto di sangue più noto nella storiapolitica del Rinascimento Italiano.
Nel silenzio che circonda il centenario della Grande Guerra- silenzio tutto italiano, come ci si vergognasse di aver vinto! non certo in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e perfino in Australia e Nuova Zelanda- c'è un silenzio ancora più profondo che riguarda il generale Armando Diaz e la terza battaglia del Piave, meglio nota come battaglia di Vittorio Veneto.Questo lavoro, dell'autore di Luigi Cadorna. Una biografia militare, cerca di colmare le due lacune integrando un profilo biografico di Armando Diaz, il Duca della Vittoria, con la Relazione Ufficiale sulla battaglia compilata dal comando Supremo, un lavoro assai dettagliato e, cosa degna di nota, assai corretto dal punto di vista storiografico, senza troppe concessioni alla retorica ed allo spirito del tempo, tanto che può essere ancor oggi letta con il massimo interesse, ed i bollettini di guerra dal 24 Ottobre al 4 Novembre, che della Relazione costituiscono indispensabile corollarioUna vittoria che veniva ad un anno esatto dopo lo sfondamento tedesco a Plezzo e Tolmino, e la ritirata al piave: ma l'Italia, grazie a molteplici fattori, uno dei principali dei quali fu proprio Diaz, oramai data da alleati e nemici come sull'orlo della disfatta, seppe riconoscersi come Nazione, e riprendersi, bloccare il nemico sul Piave nella battaglia del Solstizio ed infine uscire vincitrice dal conflitto.Churchill ha scritto che Nessun popolo, tranne i romani dopo Canne, seppero riprendersi tanto rapidamente da una sconfitta. Il libro vuole riportare l'interesse su una figura determinante della storia militare dell'Italia del XX secolo come Armando Diaz, e su una battaglia di cui qualcuno si è addirittura spinto a scrivere, senza vergognarsene, che non fu mai combattuta, né fu mai sparato un colpo: ciò malgrado dal 24 ottobre al 4 novembre gli italiani ed i loro alleati ebbero 36.498 tra morti e feriti- nell'intera campagna di Grecia del 1940-41 per confronto gli italiani ebbero 20.000 perdite- e gli imperiali 90.000 morti, feriti e dispersi e 426.000 prigionieri.Il lavoro è completato dall'ordine di battaglia, il più dettagliato pubblicato sino ad oggi, del Regio Esercito e delle unità alleate alla vigila dell'offensiva di Ottobre, e da una cronologia dell'ultimo anno di guerra, che permetterà al lettore di avere un inquadramento degli avvenimenti senza bisogno di appesantire il testo, oltre ad una ricca parte iconografica proveniente dall'Archivio di Stato e dell'USSME.
La tenacia dei paracadutisti tedeschi è davvero eccezionale, ove si consideri che sono stati sottoposti al più grande concentramento di fuoco mai prima attuato, per ben sei ore, ad opera dell'intera aviazione del Mediterraneo e di gran parte dei nostri 800 pezzi d'artiglieria. Stento a credere che vi siano altre truppe al mondo che avrebbero potuto resistere a tale tempesta di fuoco e poi passare all'attacco con la ferocia da essi dimostrata. (Il Feldmaresciallo Harold Alexander a Winston Churchill, 20 marzo 1944) Una storia rapida, ed allo stesso tempo completa ed accurata, delle quattro battaglie combattute a Cassino tra il gennaio ed il maggio 1944, che vuole essere un tributo alla tenacia ed al dolore dei soldati tedeschi ed alleati che si affrontarono sulla linea Gustav, in cui insieme alla narrazione storicamente approfondita si fondono brani di documenti dell'epoca e le testimonianze dei protagonisti e dei testimoni.Perché la storia militare, oltre che storia di strategie, di tattiche, di comandanti, di frecce sulle cartine, è anche storia di uomini, di carne, di sangue.Una nuova opera dell'autore di Camicia nera! Storia militare della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale dalle origini al 25 luglio e di Südfront. Il Feldmaresciallo Albert Kesselring nella campagna d'Italia 1943- 1945, impreziosita con una ricca documentazione iconografica.
Zidouh 'l guddem! En avant! Era il grido di battaglia dei Tabors marocchini del Corps Expéditionnaire Français d'Italie, in grado di gelare il sangue tanto ai tedeschi quanto alle popolazioni civili del Basso Lazio e della Toscana meridionale.Tra le truppe che combatterono in Italia, i goumiers marocchini sono quelli che hanno lasciato un solco indelebile nella memoria della gente della Ciociaria, del Lazio e dela bassa Toscana. Immortalati dal romanzo La Ciociara di Moravia e dal film di De Sica con Sophia Loren gli stupri e le violenze commessi dai coloniali francesi del Corps Expéditionnaire Français d'Italie hanno offuscato il ricordo dei combattimenti sul fronte della linea Gustav e fatto nascere il termine marocchinate.Intorno a questi soldati berberi vestiti con la djellaba ed il bournus sono nate innumerevoli leggende, ed anche i numeri delle violenze loro attribuite hanno raggiunto cifre altissime: si è scritto sino a sessantamila violenze sessuali.Questo lavoro, il primo storiograficamente corretto condotto sull'argomento, intende fare chiarezza sui goumiers del Groupement de Tabors Marocains del generale Guillaume, analizzandone l'arruolamento, la psicologia, i combattimenti sostenuti dalle Mainarde agli Aurunci, e quantificando sulla base degli studi più recenti, anche d'oltralpe, i veri numeri delle violenze, e se siano veramente, come vorrebbe la leggenda, tutti da attribuire ai goumiers o anche agli altri reparti regolari, nordafricani e francesi, del CEF. Si farà luce anche sull'ordine del giorno attribuito al generale Juin che avrebbe concesso ai suoi uomini cinquanta ore di libertà per violentare e saccheggiare, una puerile invenzione che non regge ad una qualsiasi analisi storica.Se non fu una violenza autorizzata, fu però tollerata e solo tardivamente repressa senza energia, il prezzo che i francesi vollero far pagare all'Italia ormai a terra per il coup de poignard del giugno 1940, in nome di una liberazione che fu solamente una brutale invasione per la quale nessuno ha mai risposto.Completa il lavoro una ricca appendice documentaria con gli organigrammi completi del GTM e del CEF ed una ricca parte iconografica con fotografie dagli archivi francesi e statunitensi.
Cavie umane, nell'originale Killing Our Own (letteralmente, "Uccidendo i nostri", inteso come i nostri cittadini, i nostri soldati, noi stessi) nasce nel 1982, sotto l'ombra che si allunga a dismisura dell'incidente di Three Mile Island. Oggi come allora, l'informazione libera da interessi, rispettosa della complessità dei temi legati all'energia, intellettualmente onesta (non "equidistante e indipendente", perché un autore serio prende sempre posizione) non era e non è abbastanza presente per aiutare il pubblico a trovare il filo delle cose. L'attualità di Killing Our Own si è purtroppo riproposta puntualmente: mentre ne veniva ultimata la presente edizione le notizie da Fukushima hanno invaso i media ed è apparso evidente ancora una volta come le storie di sofferenze, malgoverno e manovre più o meno occulte che Killing Our Own denuncia non siano esclusiva degli Stati Uniti.
Sign up to our newsletter and receive discounts and inspiration for your next reading experience.
By signing up, you agree to our Privacy Policy.