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Il presente lavoro, all¿interno delle possibilità conoscitive prodotte in uno studio di licenza, analizza il dogma di Calcedonia attraverso il saggio di Bulgakov ¿L¿agnello di Diö. Nel primo capitolo si evidenzia l¿elaborazione del Concilio di Calcedonia attraverso gli autori del novecento, dando uno sguardo al dettato Conciliare nella sua stesura da parte dei Padri, mettendo in evidenza i problemi rispetto alla sua redazione. Nel secondo capitolo, si analizza il pensiero dei Padri secondo gli studi che il Nostro ha elargito su di loro. L¿ultimo capitolo affronta lo sviluppo teologico del Nostro in rapporto al Concilio di Calcedonia, partendo dalla creazione come luogo all¿interno del quale si dà l¿Incarnazione e la divinizzazione dell¿uomo. Un aspetto importante, più volte evidenziato dall¿autore, è che l¿Incarnazione non è un imprevisto né una violenza ontologica di Dio attraverso la sua onnipotenza, ma risiede nell¿uomo in quanto immagine di Dio.
L¿idea del sacramento matrimoniale, come un cammino di santità, ¿abbracciä diversi approcci possibili nell'ordine della grazia. Il vincolo di tenerezza, che unisce la misericordia all'amore coniugale dà luogo a due sacramenti. La loro sacramentalità indica che il loro spessore, la loro sostanza umana, rinvia all'amore divino che possiede una dimensione nuziale nell'offerta eucaristica e alla misericordia di Dio, che li salva e li reinserisce nella sua amicizia per mezzo del Suo perdono.
È proprio vero che quella dei giovani di oggi è una generazione incredula? È proprio vero che è una generazione uscita dal recinto? O non è piuttosto una generazione che si trova fuori casa, perché della casa-comunità cristiana non ha sentito il profumo, non ha sperimentato il calore delle relazioni, la responsabilità di un coinvolgimento vero, l¿attenzione di un ascolto interessato? Dare fiducia significa essenzialmente due cose, per noi. Innanzitutto capire che non si tratta di cambiare i giovani, ma di lasciarsi cambiare dai giovani. In secondo luogo trovare vie perché essi diventino protagonisti nella vita della chiesa. Accettare di lasciarsi cambiare dai giovani significa comprendere che essi chiedono un nuovo modo di essere chiesa, una chiesa che sappia dare ma anche ricevere, che sia generosa nell¿ospitare, ma anche pronta a lasciarsi ospitare. Non solo una chiesa accogliente, ma che si lascia accogliere, che si fida della capacità di accoglienza dei giovani.
Se Dio misericordioso è assente nella vita spirituale dell¿uomo sarà assente nella sua vita familiare, nella sua attività politica e sociale, come nel suo lavoro culturale. Se l¿uomo non incontra Dio ¿nella profondità della sua animä, andrà a cercarlo solo nei segni esteriori per porre rimedio alla sua solitudine spirituale. Si confonderà nei gruppi, riuniti intorno a fenomeni eccezionali o seguendo scalmanati profeti improvvisati e di passaggio. Se l¿uomo non sarà ¿pieno di Dio misericordioso¿, se non si dedicherà alla silenziosa contemplazione, soffrirà sempre di solitudine, che nessuno psicoterapeuta o compagnia di persone saprà curare, perché Cristo è il Signore misericordioso del cosmo e della storia.
Il De Vera religione fu scritto da S. Agostino dopo il suo ritorno a Tagaste tra il 389 e il 390. Si rivolge al suo amico e benefattore Romaniano dopo l'esperienza esaltante del soggiorno milanese dove aveva ricevuto il dono della fede. Ora intende trarre l'amico fuori dall'angusta prospettiva delle dottrine manichee, a cui l'aveva lui stesso indotto da giovane, per introdurlo a quella ben più vasta e rassicurante offerta dalla religione cristiana. Senza dubbio il De vera religione risponde ad un preciso intento apologetico perché offre le ragioni per aderire alla fede cristiana. Tuttavia Agostino in questo libro mira soprattutto alla conversione di coloro che sono lontani dalla fede. Li invita a quel rinnovamento interiore che può renderli pellegrini sulla via che conduce alla patria celeste e alla perfezione umana. Questo studio tratta dell'"economia"con cui il Mistero di Dio si manifesta nella storia (cf. DV,2): la"dispensatio temporalis". Sono i segni visibili mediante i quali ogni uomo ragionevole può riconoscere il Dio vivente, e addirittura incontrarlo, aderendo a Colui che è la Verità fatta carne, Cristo Gesù. Così l'uomo può raggiungere la felicità attraverso la verità.
La novità teologica che Benedetto XVI propone alla Chiesa, è la vera teologia mariana che conduce ad una riflessione sistematica, una teologia non composta soltanto di devozione o di dottrina, ma di affettività e di razionalità, di fede e di ragione. È l¿intelligibilità della devozione e l¿affettività della dottrina, è una devozione meditata, maturata con l¿aiuto della ragione, più strutturata e sistematica, ed è anche una dottrina razionale che porta alla devozione, alla contemplazione di Dio, attraverso la Madre del Signore.
La teologia della misericordia mi ha sempre catturato,diventando per me ¿una delle vie¿ per poter arrivare a Dio. La Provvidenza mi ha consentito di vivere ¿il clima della misericordiä, di studiarla e assorbirla in luoghi significativi per il ¿messaggio della Divina Misericordiä: Cracovia, Vilnius e Roma, sulle ¿orme¿ di suor Faustina Kowalska, don Michä Sopo¿ko e Papa Giovanni Paolo II,testimoni della misericordia di Dio. Alla Pontificia Università Lateranense ho scritto la tesi ¿Il mistero di Gesù Misericordioso in santa Faustina Kowalskä, tematica scelta per 4 motivi : 1-¿dare una continuità¿ al mio percorso di studio; 2-integrare la prima ricerca focalizzandomi su una testimonianza di vita vissuta sulla misericordia: suor Faustina,ispiratasi a Sopo¿ko, guida teologica sulla via della comprensione e della diffusione del ¿messaggio della Divina Misericordiä; 3-far conoscere negli ambienti accademici in Italia l¿operato del pioniere della teologia della misericordia; 4-riscattare il tema della misericordia da una visione ¿dolciastra e devozionale¿, mostrando la teologia della misericordia come vero strumento dello Spirito per illuminare e rinnovare il mondo (cf. EG 132).
L¿autore di questo saggio, prima di proporre una teologia rinnovata, ha voluto operare un¿approfondita revisione storiografica, volta da una parte a correggere alcune visioni dell¿età moderna e contemporanea tanto ampiamente diffuse quanto ormai non più sostenibili, e dall¿altra a riportare alla luce, in tutta la loro fecondità, ricchezze di pensiero seminate nei solchi di secoli passati e poi lasciate deperire nella dimenticanza. Proprio dagli stimoli offerti da questa revisione scaturisce la luce per un rinnovamento della teologia capace di sintetizzare, in una visione sapienziale superiore, anche le aspirazioni, a volte incomposte, dei movimenti più progressivi e dirompenti.
«La Misericordia guarirà il mondo, perché la potenza dell¿amore cristiano si alimenta attraverso la fede. La fede non verrà meno ha assicurato Gesù Cristo, finché il mondo esiste. Perciò è necessario resistere nella fede (1 Pt 5,9), giacché l¿avvenire appartiene a quelli che amano, ai vigorosi che fermamente sperano e agiscono. L¿umanità risorgerà come Lazzaro dal sepolcro, perché Dio, nella sua immensa Misericordia non vuole la morte del peccatore. L¿amore farà riabbracciare tutti gli uomini come fratelli e l¿arcobaleno riapparirà, dopo la tempesta di sangue e di odio».
¿Benedetto il Signore; Dio d¿Israele, perché ha visitato e redento il suo popolö (Lc 1,68). Dovremmo fare nostro il canto di Zaccaria per la visita che il Signore continua a fare nella nostra vita attraverso il Vangelo di Luca. È vero che il terzo scritto del Nuovo Testamento è comunemente conosciuto come il Vangelo della misericordia, della gioia, della preghiera, della radicalità, dello Spirito Santo, ma tutte queste tematiche si sono potute sviluppare perché il Figlio di Dio si è incarnato ed è venuto a vivere con noi, per farci diventare come Lui. Tutta l¿opera lucana ci rivela questa intenzione; Gesù assume la nostra povera umanità fino al peccato e alla morte, muore da Giusto per arricchirci della sua vita divina. Luca narra pienamente e completamente quello che Paolo aveva annunciato e dimostrato: ¿Colui che non aveva peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare giustizia di Dio.¿ (2Cor 5,21)); ¿Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.¿ (2Cor 8,9).
Il libro è la sintesi di una tesi di Dottorato che l¿autore ha conseguito. Presso la Facoltà di Filosofia dell¿Università Lateranense di Roma. Il titolo originario era: Metafisica dell¿Estetica. Dal nuovo titolo che diamo all¿opera, Le antinomie dell¿estetica, si ricava la finalità dell¿opera stessa. Dichiarata la nozione dell¿Estetica, e specificati i termini stessi della definizione dell¿Estetica, il saggio indugia a riflettere sulle ¿antinomie¿ che il concetto stesso di Estetica presenta nella sua elaborazione storica. Antinomie che possono essere così definite: Prima antinomia: ¿Il Bello e l¿Arte: le teorie che adulterano la definizione¿. Seconda antinomia: ¿Oggettività e/o soggettività della bellezzä. Terza antinomia: ¿ Trascendentalità o categorialità del bello¿. Quarta antinomia: ¿ Dal rifiuto del concetto del Bello alla morte dell¿Arte¿. Quinta antinomia: ¿ La bellezza è nell¿Arte e/o nella Natura?¿. Sesta antinomia: ¿Il Bello fra Contenuto e Formä. Settima antinomia: ¿ La bellezza in Dio (Teokalia): reale o metaforica?
La Regola di San Benedetto, scritta un millennio e mezzo fa e infinite volte commentata, ha ancora qualche cosa di nuovo da dire alla nostra società moderna? Secondo una mentalità diffusa, anche tra i credenti, i chiostri sono cosa d¿altri tempi e San Benedetto è soltanto una reliquia del passato. Ma l¿autore di queste pagine non la pensa così e, attraverso un percorso molto coinvolgente, mostra come un pensiero del tutto innovativo per il risveglio di una nuova vita nel popolo di Dio possa scaturire proprio da una rilettura originale della Regola di San Benedetto.
Un'esperienza che proietta l'uomo in una dimensione reale dell'esistenza, sgombra da mistificazioni e da preconcetti. Vivere l'esperienza del deserto significa trovarsi a tu per tu con Dio, riconoscerlo e manifestarlo agli altri. La grandezza della vita va difesa ad ogni costo, dal concepimento alla fine e scorrendo queste pagine si può riflettere a fondo su quale è il suo inestimabile valore sia se vissuta nell'aridità di un deserto, sia se realizzata nel caos di una metropoli. Insieme a Carlo Carretto la riflessione si fa profonda e porta alla luce ciò che è nel buio delle nostre coscienze.
Julia Crotta (1907-1990), italiana d¿origine ma residente in America, dopo un travagliato cammino interiore, diventa suor Nazarena e si stabilisce per 45 anni in una cella del monastero delle suore camaldolesi a Roma all¿Aventino. La cella è tutt¿oggi visitabile dietro richiesta. Ma attenzione: l¿incontro con la reclusa non lascia indifferenti, la sua storia non può restare su un polveroso scaffale di casa. Suor Nazarena atterrisce, spaventa, scandalizza. Impossibile scriverne, parlarne, dibattere. O si accetta o si rifiuta. Questo piccolo libro ne è la prova: solo un taccuino d¿appunti intorno ad uno spettacolo teatrale (di cui si riporta il testo) andato in scena tra dubbi, ripensamenti e timori ma poi presentato e replicato con inaspettato consenso. Un balbettio di sensazioni, emozioni, idee, pensieri, citazioni, ricordi, divagazioni gravitanti attorno a questa terribile e luminosa figura, tanto improbabile e inimitabile da poter diventare una sorte di ¿madre del desertö che ci guida attraverso i nostri deserti umani.
I giovani oggi sono principi di un'era che nessuno mai ha vissuto negli ultimi 20 anni. L'era dei Social network è entrata nelle case di tutti i giovani e non, compresa la Chiesa che si è ritrovata nella "rete" e qui chiamata ad evangelizzare. Da qui nasce la preoccupazione di come proporre una fede giovane ai giovani in quest'epoca 2.0 Come evangelizzare su Facebook, Twitter e nelle tante piattaforme virtuali? Proporre una fede come virtù oppure proporre una fede virtuale? Aiutare i giovani a conoscere un Gesù vivo e portarlo nelle strade delle nostre città oppure viverlo davanti ad un PC, uno smartphone o un tablet? Queste le preoccupazioni di una Chiesa chiamata ad andare in tutto il mondo per evangelizzare: andare e vedere o cliccare e navigare?
The radical methods of the inward prayer recommended by Jesus, «go into your room», «shut the door», and finally, «pray to your Father who is in secret [¿] and who sees in secret», neither practically teaches how to enter into the inner chamber nor how to shut the door, but constructs a space, which is left to the disciples for further praxis. The contemplative practice of the n¿psis (mindfulness) found in the masters of the Philokalia explores the unexplained praxis of the skills, for of closing the doors, in order to prevail upon the mental riots, when one wants to pray and reach the state of stillness and contemplation of God. This study on the hermeneutical reading of watchfulness, in the Parable of the Ten Virgins, and the Philokalia, discloses the unique and the rich heritage of the Christian mindfulness meditation.
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