Join thousands of book lovers
Sign up to our newsletter and receive discounts and inspiration for your next reading experience.
By signing up, you agree to our Privacy Policy.You can, at any time, unsubscribe from our newsletters.
A photographic and textual documentation of David Chipperfield's long-awaited restoration of St Mark's SquareThis volume follows the long-anticipated restoration work on the Procuratie Vecchie in St Mark's Square in Venice, as overseen by David Chipperfield Architects. Thousands of people walk past the landmark each year, oblivious to what resides within. In April 2022, the building opened for the first time in 500 years, housing humanitarian organizations such as the Human Safety Net foundation. St Mark's Square is often regarded as Venice's central community complex; Venice, in turn, is often regarded across the globe as an architectural mecca. Accordingly, the major restoration has drawn a number of critical reflections by both Italian and international thinkers. Venice Lab gathers these essays from scholars and artists, as well as interviews with the architects involved in the restoration, conveying the project's pluralistic vision for the lagoon city.
A century of innovation from "the Bible of fashion and of high society," featuring magazine covers, illustrations, ephemera and moreFounded in 1921, the iconic French fashion magazine L'Officiel was designed for fashion designers, buyers, clothing manufacturers and agents. Within a short time, it helped start the careers of designers such as Pierre Balmain, Cristóbal Balenciaga, Christian Dior and Yves St. Laurent. On the occasion of L'Officiel's 100th anniversary, this superbly designed volume appraises the magazine's august history and the culture around it. With 1,000 illustrations, carefully selected from the magazine's invaluable archives, it offers an overview of the fashion industry and its history from Paul Poiret to Christian Dior, supermodels and "It Girls," also exploring Paris as a fashion capital. Among the themes explored by the authors are newness, globalism, artistry and "Frenchness." Through magazine covers, illustrations, design, photographs, advertising campaigns, iconic accessories, portraits and artworks, the reader will rediscover old celebrities and encounter a veritable tapestry of connections between eras.
Anna Coliva e Mario Codognato, curatori della mostra e autori, tra gli altri, dei saggi in catalogo, esponendo Damien Hirst nella Galleria Borghese, hanno compiuto un¿operazione culturale straordinaria. L¿artista inglese, assoluta e controversa celebrità del mondo artistico contemporaneo, non ha realizzato un progetto site-specific per il museo, eppure le sculture prodotte nel corso degli anni e la nuova serie dei dipinti Color Space sembrano assolutamente e indubitabilmente concepiti per legarsi alle opere, ai colori, alla materia antica e moderna che la Galleria Borghese conserva, e di cui è integralmente tessuta.
«Per me, l'arte di Giovani Bellini è una passione che dura da mezzo secolo...». Peter Humfrey ci conduce attraverso l'opera di Giovanni Bellini, uno dei massimi pittori dell'Italia del Rinascimento e certamente la figura dominante nella Venezia della seconda metà del XV secolo. La sua lunga carriera, quasi sessant'anni di attività tutti trascorsi in una Venezia all'apice del suo potere, splendente e ricchissima, segnò la transizione tra lo stile tardogotico in voga negli anni della sua giovinezza e la Maniera moderna di Giorgione e Tiziano. Il successo di Bellini fu tale da influenzare enormemente lo sviluppo della tradizione pittorica veneta per i tre secoli a seguire, e la sua particolare sensibilità per il potere espressivo della luce e del colore e per la poesia del paesaggio divenne una caratteristica fondamentale dell'intera produzione artistica veneziana. Questo volume racconta, in modo breve e accessibile, ma allo stesso tempo autorevole e aggiornato, il lavoro del grande Maestro.
"American Art 1961-2001" indaga in modo inedito la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco terroristico alle Torri Gemelle, attraverso una straordinaria selezione di opere di celebri artisti come Jasper Johns, Donald Judd, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Bruce Nauman, Cindy Sherman, Robert Rauschenberg, Kara Walker e Andy Warhol. Il volume mette a confronto la ricchezza e la diversità di temi e correnti dell'arte americana in quarant'anni di storia, dall'astrazione modernista alle contaminazioni con la produzione di massa, dalle ricerche concettuali e performative alle rivendicazioni per i diritti civili, attraverso una straordinaria selezione di oltre ottanta opere tra pittura, fotografia, video, scultura e installazioni della collezione del Walker Art Center di Minneapolis, uno dei più importanti musei di arte contemporanea del mondo. Investigando la nozione stessa di opera d'arte viene analizzato il suo rapporto con le trasformazioni della società contemporanea. Le diverse generazioni di artisti americani sperimentano linguaggi che aprono infatti alla ridefinizione dei confini dell'arte, unendo tecniche e media diversi, e usano il potere dell'arte anche come strumento per affrontare temi quali il consumismo e la produzione di massa, il femminismo e l'identità di genere, le questioni razziali e la lotta per i diritti civili.
Realizzate con la tecnica tradizionale egiziana largamente utilizzata per i ritratti fotografici di famiglia e per i manifesti dei film che popolavano le strade de Il Cairo, le fotografie successivamente dipinte a mano da Youssef Nabil restituiscono la suggestione di un Egitto leggendario tra simbolismo e astrazione. La ricerca dei reperti identitari, le preoccupazioni ideologiche, sociali e politiche del XXI secolo e la malinconia di un passato lontano sono i soggetti che Nabil predilige nella sua ricerca artistica. Il volume dà conto della carriera dell¿artista attraverso sezioni tematiche che riproducono i suoi primi lavori fino alle opere più recenti. Le fotografie sono accompagnate dai testi dei curatori e da saggi di André Aciman, scrittore statunitense di origine egiziana, autore del celebre romanzo Chiamami col tuo nome, e della studiosa di arte islamica del LACMA Museum di Los Angeles Linda Komaroff.
Emblematic and recent projects by Italian architect Alfonso FemiaItalian architect Alfonso Femia (born 1966) is known for his experimental designs and "emotional architecture"--projects centered around interpersonal relationships and generosity. Written by historian and art critic Paul Ardenne and featuring photographs by Lub Boegly, this volume focuses on recent projects, including the Iguzzini showroom in Milan.
Toni Zuccheri (1936-2008) è stato un artista, architetto, designer, scultore e poeta del vetro e della natura. A circa dieci anni dalla scomparsa, questo volume presenta una raccolta esaustiva del suo percorso professionale, nei suoi complessi e fruttuosi incontri con note aziende e nella ricca produzione di pezzi unici su tema animale. Una biografia illustrata è intervallata da diverse voci multidisciplinari che raccontano la storia dell'artista da un punto di vista personale, e da approfondimenti sulle aziende con cui lo scultore ha collaborato nel corso della sua carriera. La sensibilità complessa del progettista appare nella produzione di prototipi e pezzi unici, nell'accostamento di schizzi e bozzetti inediti e disegni d'infanzia, nella presentazione di documenti d'archivio e scambi epistolari che presentano un artista versatile che, con un approccio empirico, ha scolpito le ¿cose sensibili¿.
Scelti con sguardo cinematografico da Marina Cicogna, colpita da tanta bellezza e verità antiche, i dettagli dei capitelli di Palazzo Ducale a Venezia si animano e ci proiettano in storie remote e affascinanti. Lo stesso effetto producono sui tanti personaggi famosi che ci raccontano le loro emozioni davanti a questi veri e propri prodigi di scultura, da Valentino a Vanessa Redgrave, da Valeria Golino a Liliana Cavani, da Marina Abramovi¿ a Jeremy Irons, per citarne solo alcuni. Il critico d'arte inglese John Ruskin li descriveva come "un corso di storia sacra e naturale" nel suo "The stones of Venice" del 1851, e proprio perché "potevano essere letti come le pagine di un libro da coloro (i più nobili di Venezia) che abitualmente passeggiavano all'ombra delle arcate", i capitelli marciani ci portano indietro nel tempo, tra colture dei campi e pratiche artigianali, cesti di frutta e animali, putti e scene d'amore, rapporti coniugali e gruppi di famiglia, cosmologia e case astrologiche. Realizzati da anonimi straordinari maestri, ci mostrano un passato lontano, che appare tuttavia vivace, avvincente, tridimensionale, minuziosamente descritto e a noi vicinissimo. Fotografie dell¿archivio Cameraphoto Arte scelte da Marina Cicogna e scatti da lei stessa realizzati ci raccontano queste opere a una a una e a distanza ravvicinata, quasi come i frame di una sequenza filmica, nel volume concepito con la direzione artistico-creativa di Alessandro Michele e prodotto in collaborazione da Gucci e Marsilio. Questo libro ci mostra l'inestricabile rapporto che lega l'arte alla vita. Con testi di: Marina Abramovic, Urbano Barberini, Liliana Cavani, Saverio Costanzo, Paolo Di Paolo, Valeria Golino, Andrea Griminelli, Ginevra Elkann, Rupert Everett, Pierfrancesco Favino, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, Diane von Fürstenberg, Salma Hayek, Jeremy Irons, Marie Christine Princess Michael of Kent, Alessandro Michele, Dacia Maraini, Paolo Mereghetti, Franco Nero, Martin Parr, Pier Luigi Pizzi, Vanessa Redgrave, Giuseppe Tornatore, Valentino, Ornella Vanoni, Lina Wertmüller.
Thomas Houseago, in collaborazione con Muna El Fituri e Caroline Bourgeois, cura Untitled, 2020 scegliendo opere di oltre sessanta artisti, provenienti dalla Pinault Collection e da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi, proposte secondo un dialogo basato su connessioni emozionali, sensoriali, visive e tattili. Spaziando tra diversi media, dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere sono organizzate attorno alla ricostruzione dello studio californiano di Houseago. L¿artista mette inoltre a disposizione dei visitatori la sua biblioteca e le sue fonti d¿ispirazione. Tra gli artisti in catalogo Marlene Dumas, Robert Colescott, Saul Fletcher, Llyn Foulkes, Deana Lawson, Paul McCarthy, Arthur Jafa, Joan Jonas, Edward Kienholz, Barbara Kruger, Senga Nengudi, Gilberto Zorio.
In occasione delle celebrazioni per il 70esimo anno dalla Fondazione dello Stato di Israele, l¿artista Beverly Barkat (1966) presenta un¿opera site-specific che prende spunto dalla storia delle dodici tribù ebraiche dell¿antico testamento. ¿After the tribes¿ è un¿imponente torre metallica di quattro metri, scandita in dodici riquadri che rappresentano le dodici tribù d¿Israele da cui discende il popolo ebraico. Ognuna delle dodici tribù si distingueva per una specifica trama cromatica, riproposta sugli stendardi e sulle pietre preziose che decoravano i pettorali dei Sacerdoti. Questi stessi colori sono stati ripresi dall¿artista attraverso un complesso percorso di ricerca, raccolta, catalogazione e riutilizzo di materiali della propria terra. Conchiglie, pietre stratificate o semi-preziose, sabbia, roccia e argilla provenienti dalle caverne, dal deserto, dal mare e dalle montagne di Israele diventano i colori essenziali e concettuali dell¿installazione di Barkat. I dodici dipinti circolari si offrono allo sguardo del visitatore su entrambi i lati. Il lato ruvido e materico è quello su cui ha lavorato direttamente l¿artista, l¿altro si scorge dalla trasparenza stessa del supporto in pvc che ne mostra gli strati di colore, i segni e la loro reale consistenza sotto una pellicola liscia e lucida. Riferimenti materici, cartografici, cabalistici e simbolici trasformano ¿After the tribes¿ in un viaggio che ci conduce attraverso una storia millenaria, per ritornare al contemporaneo, riflettendo sulle origini dei popoli e oltrepassando ogni contingenza politica.
Una grande mostra retrospettiva dedicata a Ferdinando Scianna (1943) uno tra i più grandi maestri della fotografia, non solo italiana che, dagli anni sessanta, racconta per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d'origine, la Sicilia. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche - la guerra, il viaggio, la religiosità popolare - tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. In 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose - esordio della sua carriera - all'esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa. Poi il paesaggio, i bambini, la grande avventura con l'agenzia foto-giornalistica Magnum e infine i ritratti dei suoi amici, grandi maestri del mondo dell'arte e della cultura come Sciascia, Marquez, Montalban, Borges, solo per citarne alcuni. «Come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell'azzardo degli incontri con il mondo». Catalogo della mostra (Forlì, 22 settembre 2018-6 gennaio 2019).
Il fiammingo Luc Tuymans (Mortsel, 1958) è considerato uno dei più influenti pittori contemporanei e il punto di partenza del revival della pittura negli anni novanta. Tranquillo, sobrio, ma talvolta inquietante, il suo lavoro oscilla tra la storia e la sua rappresentazione e soggetti tratti dalla vita di tutti i giorni, raccontati sotto una luce diversa. Ripresi da iconografie esistenti, sembrano spesso sfuocati o poco colorati, come astrazioni in 3D della realtà. Mentre i primi lavori si basavano su fotografie di riviste, disegni, filmati televisivi e Polaroid, i più recenti includono materiale scaricato on-line, e immagini scattate con l¿iPhone, stampate e talvolta rifotografate molte volte. Il catalogo di questa mostra (Venezia, Palazzo Grassi, 24 marzo 2019 - 6 gennaio 2020), la più grande monografica su Tuymans mai organizzata in Italia, con oltre 80 opere illustrate, è stato concepito in stretta collaborazione con l¿artista e si intitola "La Pelle" ¿ dal titolo del libro di Curzio Malaparte pubblicato nel 1943, che dà il nome anche a una delle tele dell¿artista.
Il volume nasce in occasione della mostra Letizia Battaglia, Fotografia come scelta di vita, (Venezia, Casa dei Tre Oci), un volume antologico che raccoglie ben 300 scatti, molti dei quali inediti, provenienti dall¿archivio storico della grande fotografa, con l¿intento di raccontare un¿artista, una donna e una vita. Letizia Battaglia è riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell¿immaginario collettivo, ma soprattutto per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. Nel catalogo oltre al saggio introduttivo della curatrice Francesca Alfano Miglietti, sono presenti interventi di noti personaggi quali il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Filippo La Mantia, e il fotografo Paolo Ventura. Un saggio di Maria Chiara Di Trapani racconta inoltre la vita nell¿archivio della fotografa. Si presenta una Letizia Battaglia inedita, fotografa di mafia ma anche della bellezza: dagli omicidi di piazza a Milano negli anni settanta agli animali, le coppie, i baci; l¿inconsapevole eleganza delle bambine del quartiere Cala a Palermo; le processioni religiose, lo scempio delle coste siciliane, i volti di Giovanni Falcone, Pier Paolo Pasolini e di tante donne nelle quali la fotografa si rispecchia. Nel volume si documentano inoltre l¿impegno politico, l¿attività editoriale, quella teatrale e cinematografica e la recente istituzione del Centro internazionale di fotografia a Palermo.
Il catalogo celebra i sessant'anni dalla scomparsa di Osvaldo Licini (1894-1958): proprio nel 1958, anno della sua morte, l'artista vinse il gran premio internazionale per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia dove aveva presentato 53 opere - eseguite tra il 1925 ed il 1958 - in una sala personale allestita da Carlo Scarpa. Un riconoscimento, sia pur tardivo, che lo restituisce alla storia dell'arte del nostro Novecento nella sua pienezza e oggi, tramite l'esposizione veneziana, al grande pubblico. Con oltre 80 opere, il catalogo della mostra alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia porta in scena quella pittura che per Licini era l'arte dei colori e dei segni, dove questi ultimi esprimevano la forza, la volontà, l'idea e la magia. Tra i protagonisti dell'avanguardia milanese legata alla galleria Il Milione, dopo un breve avvicinamento alla poetica futurista, dal 1940 passò gradualmente a una visione surreale popolata da insolite figure solitarie. Sue opere si trovano nelle gallerie d'arte moderna di Roma, Milano, Torino, Parigi, Mosca e in collezioni private italiane e straniere.
A cinquecento anni dalla sua nascita, Venezia celebra la vita e l'opera di Jacopo Tintoretto. Il successo di Jacopo e del figlio Domenico è legato indissolubilmente alla Scuola Grande di San Marco. Fu infatti grazie ai dipinti per la Sala Capitolare se Jacopo potè creare alcuni dei più celebri dipinti del Cinquecento veneziano. Fu inoltre merito di Domenico se l'opera iniziata dal padre passò alla storia come il più grandioso ciclo pittorico mai dedicato a san Marco dai tempi della decorazione della basilica marciana. La Scuola, fondata nel 1260-1261 come confraternita di battuti, si trasformò nel tempo in un ente caritatevole votato, tra l'altro, alla cura dei confratelli malati. Dopo la sua soppressione (1806), le sale della Scuola ospitarono l'Ospedale Civile di Venezia fino alla metà del Novecento, lasciando poi il posto ai 18.000 volumi medico-scientifici della sua biblioteca. Questo volume offre al lettore uno spaccato inedito e inusuale della città in cui visse e operò Tintoretto. Diviso in sezioni che approfondiscono le tematiche della mostra, il catalogo illustra le relazioni tra attività devozionali, pratiche mediche, studi anatomici e rappresentazioni del corpo umano, soffermandosi su una varietà irripetibile di opere d'arte, tra cui dipinti, disegni e bozzetti, pergamene e codici miniati, spartiti musicali, libri illustrati, incisioni, matrici da stampa e strumenti chirurgici.
Sign up to our newsletter and receive discounts and inspiration for your next reading experience.
By signing up, you agree to our Privacy Policy.