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Muti testimoni di una tragedia è un libro di testimonianze, storie rese da oggetti raccolti dopo oltre 150 anni dalla battaglia combattuta a San Martino, a Solferino e a Medole in quella tragica giornata del 24 giugno 1859. Oggetti restituiti da quei luoghi dove si svolsero tutti gli scontri, oggetti che sono muti solo in apparenza, ma che in realtà hanno molto da raccontarci in merito a quel giorno. Palle da moschetto, granate da cannone, spolette d''artiglieria, fibbie, bottoni... Tutte cose a cui manca il dono della parola, ma non per questo meno suggestive cariche di verità sulla storia degli uomini che, cono loro, hanno avuto a che fare.
Nell''archivio segreto del Vaticano, sono state ritrovate alcune antichissime pergamene. In calce portano la firma di Eusebio, vescovo di Cesarea, biografo dell''imperatore Costantino. Sono veramente queste le uniche e vere memorie di Costantino? Le ha raccontate lui medesimo prima di congedarsi dal mondo? Queste memorie raccontano tanti episodi che non compaiono nei documenti che ci sono stati finora tramandati, né da Eusebio di Cesarea, né da altri. Forse è tutta una invenzione, ma forse la vera storia di Costantino è proprio quella qui raccontata. Forse gli imperatori, gli usurpatori, i militari, i senatori, i santi erano proprio come sono qui descritti: con vizi privati e pubbliche virtù. In coda al romanzo ci sono due Appendici. Nella Appendice 1 sono indicare le reali vicende dei personaggi storici citati, distinguendo tra realtà e fantasia. Nell''Appendice 2 c''è una leggenda per le tante espressioni latine e greche che ho voluto inserire nel romanzo, inclusi i nomi latini di città che oggi conosciamo con altri nomi.
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