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  • - The first professional army of the Roman republic
    by Samuel Rocca
    £24.49

    The Roman army during the Second Punic War, a citizen army, developed also in parallel a professional army, the legiones cannenses or the Cannae's legions, formed by the veterans of the battle of Cannae (216 BCE). These units showed the same characteristics of the Late Republic and Imperial Roman army already one hundred years before the reforms of Marius.But, how and why a citizen's army became a professional force?There are three main reasons that could explain the transformation of a citizen's army in a professional force, the split of the legionaries from civic life, consequence of the Senatus Consultum of 215 BCE, which stripped the common soldiers of their civic rights, the peculiar commitment and loyalty to each of the warlords, that the legiones cannenses served, namely Marcus Claudius Marcellus, the conqueror of Syracuse, Publius Cornelius Scipio Africanus, who defeated Hannibal at the battle of Zama, and, last but not least, Titus Quinctius Flamininus, who beat the Macedonian phalanx at the battle of Cynoscephalae, and the evolution and changing of the tactical composition of the legions, from the manipular legion, identical to the other contemporary units, to units which emphasized the primary importance of the cohors and the centuria, as in the late Republican and early Imperial legions.

  • - The long Turkish war
    by Bruno Mugnai & Chris Flaherty
    £26.99

    After more than half-a-century of wars in Hungary, the conflict between the Habsburgs and the Sublime Porte explodes in 1593, after a series of border incidents. The confrontation was soon regarded as crucial by both sides, also involving the neighbouring states in a complex and ruthless game of diplomacy and betrayal. The organization and the equipment of the various armies of the protagonists of those campaigns are treated together, along with the military operations, and the warfare of the first modern conflict in Eastern Europe.

  • - Omicidio politico e operazioni speciali nell'Italia del Rinascimento
    by Vincenzo Mistrini
    £27.99

    Firenze, A.D. 1478.La città più ricca d'Europa è governata da famiglie di mercanti e banchieri che ospitano e forggiano i miglioriartisti d'Italia. Sontuosi palazzi ospitano collezioni di capolavori scultorei classici e tele dipinte da geni comeBotticelli e il Pollaiolo. Dame che prestano il loro volto alle raffgurazioni della Beata Vergine passggiano per elegantigiardini, mentre i loro ricchi mariti ammassano fortune tra banchi e scrittoi lavorati dai più abili intarsiatori. Trale ombre, invece, i congiurati afflano i pugnali. Su quella che nominalmente dovrebbe essere una repubblica regnada un ventennio una sola famiglia, i Medici, sovrani non nel nome ma nel concreto. La giovane età del nuovo capofamiglia,Lorenzo de' Medici, lascia però sperare ai suoi nemici che si tratterà di un avversario non troppo diffcile da abbattere. Il vecchio Jacopo de' Pazzi tesse le sue trame, trovando un inaspettato appoggio in Sua Santità Papa Sisto IV, nel di lui nipote Girolamo Riario e nel Duca Federico di Montefeltro. Quello che ne consegue è la Congiura dei Pazzi, il fatto di sangue più noto nella storiapolitica del Rinascimento Italiano.

  • - I piemontesi dalla guerra del 1848 alla Crimea
    by Luca Stefano Cristini
    £31.99

    Le tavole presentate in questo volume provengono da due antichi e rarissimi volumi appartenenti alla nostra collezione e a quelle dei nostri collaboratori. Essi contengono alcune decine di tavole litografiche in grande formato splendidamente illustrate.Il primo è opera di due insigni artisti contemporanei: Lorenzo Pedrone e Francesco Gonin e fanno riferimento all'esercito di Sua Maestà il re di Sardegna negli anni immediatamente precedenti la prima guerra di Indipendenza del 1848.Si tratta di 30 tavole accompagnate da cartigli indicanti alcune note uniformologiche. Nella seconda parte invece presentiamo una raccolta di 20 tavole litografiche a cui sono state aggiunte 2 tavole di dimensione doppia al termine del volume, relative alla guerra di Crimea del 1854-55, alla Battaglia di Cernaja e ai piemontesi sotto le mura di Sebastopoli. Ogni tavola è accompagnata da una nota didascalica descrittiva l'evento rappresentato in seconda pagina. Le tavole sono tutte relative a eventi di guerra avvenuti sul campo di battaglia, vi sono ritratti eroi morenti, militari e scene d'insieme.

  • by Massimiliano Afiero
    £25.49

    Joachim 'Jochen' Peiper, uno dei più famosi e valorosi ufficiali tedeschi che militarono nella Waffen SS, ma anche un personaggio descritto normalmente dalla storiografia ufficiale come un mostro, come uno tra i più feroci criminali di guerra tedeschi della Seconda Guerra Mondiale. È sempre molto difficile dover parlare del soldato Peiper, anche volendo affrontare l'argomento solo da un punto di vista strettamente storico-militare. L'intento di questo lavoro è principalmente quello di ripercorrere la carriera militare di Joachim Peiper e descrivere le azioni militari in cui furono impegnati i reparti della Leibstandarte Adolf Hitler al suo comando, azioni che ancora oggi sono studiate ed analizzate in tutte le accademie militari del mondo e a cui sono continuamente dedicate nuovi studi e nuove pubblicazioni storico-militari. Queste azioni furono condotte da uomini coraggiosi e temerari, condotti in battaglia da comandanti di valore, non da criminali fanatici assetati di sangue. Furono sicuramente commessi degli abusi, dei crimini contro i prigionieri nemici, le popolazioni civili, tutte inevitabili conseguenze della guerra, degli scontri tra reparti nemici...

  • by Massimiliano Afiero
    £12.49

    In this issue: - The Dutch Volunteer Legion- Johannes Göhler, Knights Cross Holder from the 8.SS-Kav.-Division- The Barbarigo Battalion on the Anzio Front, 2nd part- Hungarian Airborne Operation in 1941- The last battle of the Charlemagne Division- SS-Hauptsturmfuhrer Hans-Jörg Hartmann, 3rd part- Dutch Legion Awards

  • - Armando Diaz e la relazione ufficiale della battaglia di Vittorio Veneto
    by Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    £27.99

    Nel silenzio che circonda il centenario della Grande Guerra- silenzio tutto italiano, come ci si vergognasse di aver vinto! non certo in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e perfino in Australia e Nuova Zelanda- c'è un silenzio ancora più profondo che riguarda il generale Armando Diaz e la terza battaglia del Piave, meglio nota come battaglia di Vittorio Veneto.Questo lavoro, dell'autore di Luigi Cadorna. Una biografia militare, cerca di colmare le due lacune integrando un profilo biografico di Armando Diaz, il Duca della Vittoria, con la Relazione Ufficiale sulla battaglia compilata dal comando Supremo, un lavoro assai dettagliato e, cosa degna di nota, assai corretto dal punto di vista storiografico, senza troppe concessioni alla retorica ed allo spirito del tempo, tanto che può essere ancor oggi letta con il massimo interesse, ed i bollettini di guerra dal 24 Ottobre al 4 Novembre, che della Relazione costituiscono indispensabile corollarioUna vittoria che veniva ad un anno esatto dopo lo sfondamento tedesco a Plezzo e Tolmino, e la ritirata al piave: ma l'Italia, grazie a molteplici fattori, uno dei principali dei quali fu proprio Diaz, oramai data da alleati e nemici come sull'orlo della disfatta, seppe riconoscersi come Nazione, e riprendersi, bloccare il nemico sul Piave nella battaglia del Solstizio ed infine uscire vincitrice dal conflitto.Churchill ha scritto che Nessun popolo, tranne i romani dopo Canne, seppero riprendersi tanto rapidamente da una sconfitta. Il libro vuole riportare l'interesse su una figura determinante della storia militare dell'Italia del XX secolo come Armando Diaz, e su una battaglia di cui qualcuno si è addirittura spinto a scrivere, senza vergognarsene, che non fu mai combattuta, né fu mai sparato un colpo: ciò malgrado dal 24 ottobre al 4 novembre gli italiani ed i loro alleati ebbero 36.498 tra morti e feriti- nell'intera campagna di Grecia del 1940-41 per confronto gli italiani ebbero 20.000 perdite- e gli imperiali 90.000 morti, feriti e dispersi e 426.000 prigionieri.Il lavoro è completato dall'ordine di battaglia, il più dettagliato pubblicato sino ad oggi, del Regio Esercito e delle unità alleate alla vigila dell'offensiva di Ottobre, e da una cronologia dell'ultimo anno di guerra, che permetterà al lettore di avere un inquadramento degli avvenimenti senza bisogno di appesantire il testo, oltre ad una ricca parte iconografica proveniente dall'Archivio di Stato e dell'USSME.

  • by Benamar Mediene
    £31.99

    Nel novantesimo della nascita di MohamedIssiakhem (1928-1985), la mostra vuole essereuna retrospettiva per celebrare l'artista algerinoe i suoi legami con Milano: quando nel 1960 imilitari francesi torturano la giovane militante delFLN Djamila Bouhired, il pittore francese Jean-Jacques Lebel invita Enrico Baj, Antonio Recalcati,Erró, Roberto Crippa e Gianni Dova a realizzareinsieme un dipinto che stigmatizzi l'avvenimento.Nasce così il Grande Quadro Antifascista Collettivoesposto proprio a Milano nel 1961. Il dipinto verràpoi sequestrato dalla polizia e dopo venti anni èstato restaurato dal governo francese ed è oraesposto a Strasburgo.Nella mostra vengono affiancate alle opere diIssiakhem alcuni quadri dell'artista italianoIgnazio Galli che per 25 anni ha vissuto e lavoratocome neurochirurgo ad Algeri e che prima diAlgeri ha lavorato a Milano per la specializzazione.Ha frequentato e coltivato l'amicizia di MohamedIssiakhem fino alla sua morte.

  • by Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    £27.99

    Zidouh 'l guddem! En avant! Era il grido di battaglia dei Tabors marocchini del Corps Expéditionnaire Français d'Italie, in grado di gelare il sangue tanto ai tedeschi quanto alle popolazioni civili del Basso Lazio e della Toscana meridionale.Tra le truppe che combatterono in Italia, i goumiers marocchini sono quelli che hanno lasciato un solco indelebile nella memoria della gente della Ciociaria, del Lazio e dela bassa Toscana. Immortalati dal romanzo La Ciociara di Moravia e dal film di De Sica con Sophia Loren gli stupri e le violenze commessi dai coloniali francesi del Corps Expéditionnaire Français d'Italie hanno offuscato il ricordo dei combattimenti sul fronte della linea Gustav e fatto nascere il termine marocchinate.Intorno a questi soldati berberi vestiti con la djellaba ed il bournus sono nate innumerevoli leggende, ed anche i numeri delle violenze loro attribuite hanno raggiunto cifre altissime: si è scritto sino a sessantamila violenze sessuali.Questo lavoro, il primo storiograficamente corretto condotto sull'argomento, intende fare chiarezza sui goumiers del Groupement de Tabors Marocains del generale Guillaume, analizzandone l'arruolamento, la psicologia, i combattimenti sostenuti dalle Mainarde agli Aurunci, e quantificando sulla base degli studi più recenti, anche d'oltralpe, i veri numeri delle violenze, e se siano veramente, come vorrebbe la leggenda, tutti da attribuire ai goumiers o anche agli altri reparti regolari, nordafricani e francesi, del CEF. Si farà luce anche sull'ordine del giorno attribuito al generale Juin che avrebbe concesso ai suoi uomini cinquanta ore di libertà per violentare e saccheggiare, una puerile invenzione che non regge ad una qualsiasi analisi storica.Se non fu una violenza autorizzata, fu però tollerata e solo tardivamente repressa senza energia, il prezzo che i francesi vollero far pagare all'Italia ormai a terra per il coup de poignard del giugno 1940, in nome di una liberazione che fu solamente una brutale invasione per la quale nessuno ha mai risposto.Completa il lavoro una ricca appendice documentaria con gli organigrammi completi del GTM e del CEF ed una ricca parte iconografica con fotografie dagli archivi francesi e statunitensi.

  • by Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    £24.49

  • - The Infantry
    by Enrico Acerbi
    £27.99

    Even when a History writer would have wanted to celebrate, maybe the greatest European power (on land), namely the Austrian Empire, he certainly would not had chosen the terrible year 1809. What for the military apparatus in Vienna could have been a beginning of a Great Military Reform, the triumph of the Generalissimus Archduke Charles, became one of the worst nightmares of Habsburg history.In short, after a series of unfortunate events and bad military conduct, Austria disappeared from the European scene, losing further important territories but, above all, losing its mighty armies. The author chooses to tell about that period, evaluating the military organization, starting from the recruitment, up to the details of the various units, because that army, was the largest army fielded by Austria before the Great War: man told about 600,000 men, including the Levies of regional volunteers, called Landwehr (in the territories of the Austrian Crown) and Insurrectio (in the territories of the Crown of St. Stephen).......At the end, Austria entered into war with the most powerful military force of the whole Napoleonic Period (in numbers of fighters), an effort which hardly seemed possible and which surprised the world. Unfortunately its three armies (and the Landwehr) did not surprised Bonaparte, who kicked.

  • - La 1.SS -Infanterie.Brigade sul fronte dell'Est 1941-1943
    by Massimiliano Afiero
    £21.49

    La storia della prima brigata SS, un reparto sicuramente poco conosciuto e soprattutto poco trattato dalla storiografia ufficiale, pur essendo una formazione che si guadagnò sul campo, almeno nella fase finale della sua storia militare, una buona reputazione, come dimostrato dalle numerose decorazioni concesse ai suoi membri, tra Croci di Cavaliere e Croci Tedesche in Oro. Impiegati inizialmente nelle retrovie del fronte dell'Est, i reparti della Brigata SS furono coinvolti principalmente contro le bande partigiane, nella cosiddetta 'sporca guerra', una lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi, che chiamò in causa forze di sicurezza, milizie locali, i famigerati'Einsatzgruppen', ma anche vari reparti della Waffen SS, e che fu caratterizzata da crimini efferati contro la popolazione civile.

  • - Cavalry, Artillery & other forces
    by Enrico Acerbi
    £27.99

    The great reorganization of the Cavalry came with the end of the year 1801 and matched in a reduction of the Regiments, with the increase in the number of Squadrons, now eight, in order to form four divisions of two Squadrons each. With the mentioned increase of the divisions, in 1802, every German regiments had a second Major, which fact established the fourth division, as it already was effective among Hussars and Uhlans, calling it the "second majors-division". Each regiment had officially a Leib (1st) or Obrist division, a Lt. Colonel division and the 1st-2nd Major divisions.Curassiers and Dragoons became the official Heavy Cavalry, abandoning the devious term of Light Dragoons, while Chevauxlegers, Hussars and Uhlans became the Light Cavalry. After the 1805 campaign (Verordnung of August 1, 1806), the second Major-divisions were disbanded, in the German Heavy Cavalry regiments, which took again the stand of six squadrons (in War there was always a reserve Escadron acting as a Cadre formation, as before).The uniforms' confusion mounted in 1802, in the occasion of the renewed conversion of some Dragoon Regiments, into Chevauxlegers regiments, when it was prescribed, for both types of branches, the white rock colour and equal Facing either for Dragoons, or for Chevauxlegers Regiments, apart that the former had white buttons, instead of golden ones. But in 1807, again was ordered a green rock colour for three Chevauxlegers regiments.In this somewhat ambiguous manner, the Austrian cavalry entered the 1809 campaign, in which it had multiple opportunities to honor the battlefield.This volume also mentions the various Service's Army Branches, which, in any case, were the most stable structures of K.K Wehrmacht during the Napoleonic Wars.

  • - Le quattro battaglie di Cassino, 1944
    by Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    £26.49

    La tenacia dei paracadutisti tedeschi è davvero eccezionale, ove si consideri che sono stati sottoposti al più grande concentramento di fuoco mai prima attuato, per ben sei ore, ad opera dell'intera aviazione del Mediterraneo e di gran parte dei nostri 800 pezzi d'artiglieria. Stento a credere che vi siano altre truppe al mondo che avrebbero potuto resistere a tale tempesta di fuoco e poi passare all'attacco con la ferocia da essi dimostrata. (Il Feldmaresciallo Harold Alexander a Winston Churchill, 20 marzo 1944) Una storia rapida, ed allo stesso tempo completa ed accurata, delle quattro battaglie combattute a Cassino tra il gennaio ed il maggio 1944, che vuole essere un tributo alla tenacia ed al dolore dei soldati tedeschi ed alleati che si affrontarono sulla linea Gustav, in cui insieme alla narrazione storicamente approfondita si fondono brani di documenti dell'epoca e le testimonianze dei protagonisti e dei testimoni.Perché la storia militare, oltre che storia di strategie, di tattiche, di comandanti, di frecce sulle cartine, è anche storia di uomini, di carne, di sangue.Una nuova opera dell'autore di Camicia nera! Storia militare della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale dalle origini al 25 luglio e di Südfront. Il Feldmaresciallo Albert Kesselring nella campagna d'Italia 1943- 1945, impreziosita con una ricca documentazione iconografica.

  • - Gli ultimi scontri e la pace di Westfalia
    by Luca Stefano Cristini
    £34.49

    LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648 IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEO Con il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale. Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei. Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo. La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648). Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.

  • - La fase Francese (1636-1648)
    by Luca Stefano Cristini
    £34.49

    LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEOCon il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale.Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei.Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo.La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648).Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo.Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo.Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo).La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.

  • - La fase Svedese (1630-1635)
    by Luca Stefano Cristini
    £34.49

    LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648 IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEO Con il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale. Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei. Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo. La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648). Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.

  • - La fase danese-olndese (1625-1629)
    by Luca Stefano Cristini
    £34.49

    LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEOCon il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale.Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei.Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo.La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648).Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo.Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo.Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo).La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.

  • - Gli antefatti e la fase palatino boema
    by Luca Stefano Cristini
    £34.49

    LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEOCon il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale.Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei.Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo.La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648).Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo.Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo.Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo).La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.

  • - Leon Degrelle e la Legione Wallonie
    by Massimiliano Afiero
    £19.99

  • - K.K.Oesterreichischen Armee
    by Luca Stefano Cristini
    £28.99

    The Imperial and Royal or Imperial Austrian Army (German: Kaiserlich-königliche Armee, abbreviation "K.K. Armee") was the armed force of the Holy Roman Empire under its last monarch, the Habsburg Emperor Francis II, although in reality, it was nearly all composed of the Habsburg army. When the Holy Roman Empire was dissolved in 1806, it assumed its title of the Army of the Austrian Empire under the same monarch, now known as Emperor Francis I of Austria.The ancient name of "Imperial-Royal Army" was used from 1745, as "Royal" referred to the Apostolic Kingdom of Hungary, which was not part of the Holy Roman Empire, but under Habsburg rule. The key feature of the army of the Austrian Empire during the Revolutionary and Napoleonic Wars (1792-1815) was that, due to the multi-national nature of the territories, regiments were split into German units (which included Czech-troops recruited from Bohemia, Moravia and Silesia, Polish and Ukrainian units recruited from the territory of Galicia, Flemings and Walloons territory of the former Austrian Netherlands, and Italians) and Hungarian units (which included troops from Croatia and Transylvania).

  • - 1942-1943
    by Massimiliano Afiero
    £25.49

    Nell¿estate del 1942, le forze tedesche ritornarono ad attaccare sul fronte dell¿Est, questa voltaconcentrandosi esclusivamente nel settore meridionale, con l¿obiettivo di conquistare Stalingrado eil Caucaso. La scelta di attaccare in quella regione, fu dettata soprattutto dall¿esigenza di prendereil controllo dei ricchi giacimenti petroliferi del Caucaso, per poter avere riserve di carburantesufficienti per combattere una guerra, diventata ormai mondiale. La divisione Wiking, dopo esserestata impegnata nella riconquista di Rostov, penetrò profondamente nelle regioni caucasiche,superando i numerosi corsi d¿acqua che attraversavano quelle terre, affrontando mille insidie emille combattimenti, contro un nemico sempre più agguerrito, coriaceo e soprattutto inafferrabile.Nel corso di questa nuova campagna, mancarono infatti le grandi manovre di annientamento delleforze sovietiche, che avevano caratterizzato la campagna estiva del 1941. Questa volta, i comandi ei soldati sovietici impararono a ripiegare e a raggruppare le loro forze per poi lanciare ferocicontrattacchi, unendo al coraggio anche l¿astuzia. Malgrado tutto, i reparti SS riuscirono adarrivare fino alle lontane regioni asiatiche, minacciando di giungere fino alle coste del Mar Caspio.Le condizioni del terreno, la forte resistenza del nemico, i problemi logistici e le pesanti perdite,frenarono le sue ambizioni e quelle di tutte le forze tedesche. Con l¿aggravarsi della situazione sulfronte di Stalingrado, le forze tedesche nel Caucaso, furono costrette a ripiegare rapidamente perevitare di finire intrappolate a loro volta e fu proprio la stoica resistenza dei reparti tedeschi di vonPaulus, a salvarle, dandogli il tempo di ritirarsi verso nord e ritornare sulle posizioni occupatel¿anno precedente. La divisione Wiking fu impegnata in una terribile ritirata d¿inverno,caratterizzata da durissimi combattimenti contro il nemico e contro il freddo glaciale, lamentandoulteriori pesanti perdite, riuscendo a ritirare i superstiti di quella terribile avventura oltre il fiumeMius. Come per tutti gli altri numeri di Fronti di Guerra, la cronologia degli eventi è raccontataattraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, i rapporti di guerra del periodo, i documentioriginali, il tutto accompagnato come sempre da un eccezionale corredo iconografico, mappe,documenti e immagini, provenienti dagli archivi militari di tutto il mondo e dalle principalicollezioni private, per rendere ancora più avvincente la trattazione degli argomenti. Sperando diaver realizzato un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziare tutti gli amici e i collaboratori chehanno contribuito alla realizzazione di questo nuovo numero di Fronti di Guerra e invito tutti asegnalare eventuali aggiunte o correzioni.

  • - L'SS panzer-korps all'attacco luglio 1943
    by Massimiliano Afiero
    £18.99

    A settantacinque anni esatti dalla battaglia di Kursk, forse il più grande scontro di mezzi corazzatidi tutta la storia, abbiamo voluto ricordare l¿evento, con questa nuova pubblicazione, dando ampiospazio soprattutto alle foto dell¿epoca, per poter rivivere quasi da vicino quei tragici e terribilieventi, quasi ¿toccare¿ con mano il campo di battaglia, attraverso gli scatti dei corrispondenti diguerra tedeschi, al seguito dei reparti SS: Max Büschel, Cantzler, Grönert, King, FriedrichZschäckel e tanti altri. Foto di uomini, armi e mezzi, ripresi sul campo di battaglia, prima, durantee dopo gli scontri, durante i rari momenti di pausa, ¿bloccati¿ per sempre sulla pellicola fotografica,vere e proprie testimonianze di storia militare. Una eccezionale documentazione fotografica, chesperiamo potrà essere utile agli storici, agli studiosi di militaria e agli stessi appassionati dimodellismo, che potranno attingere nuove idee per i loro figurini, modelli e diorami. Alcune fotosono già conosciute, ma noi ci siamo sforzati di inserire laddove è stato possibile anche del nuovomateriale, sicuramente inedito, proveniente dai principali archivi pubblici e privati, per riuscire aoffrire ai nostri lettori un prodotto editoriale veramente nuovo. Così come, per evitare inutiliripetizioni di testi già scritti sulla battaglia nei nostri precedenti articoli e libri, abbiamo analizzatoil corso delle operazioni militari soprattutto dal punto di vista della divisione Das Reich, attingendole informazioni direttamente dai diari di guerra tedeschi e dal monumentale lavoro di OttoWeidinger sulla stessa divisione. Nel testo, non mancano però riferimenti sull¿impiego delle altreformazioni dell¿SS¿Panzer¿Korps, i cui reparti agirono sempre in stretta collaborazione nel corsodell¿offensiva. Sperando di aver fatto come sempre un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziaretutti gli amici e i collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione di questo libro.

  • by Ada Negri
    £10.49

    Stella Mattutina, del 1921 è nei fatti un romanzo-autobiografico della stessa Autrice. Pieno zeppa di ricordi, basati principalmente sui dialoghi con la madre. La Negri passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Peppina Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni, legata un tempo al celebre mezzosoprano Giuditta Grisi, fino alla morte della quale era stata governante la nonna Peppina.Sul rapporto tra la Grisi e la sua famiglia, Ada costruirà il mito della propria infanzia. Anche se nei fatti un vero rapporto non vi fu mai e Ada che passava molto tempo sola nei locali della portineria, osserva per lo più il via vai di questa élite di persone da una certa distanza.Quindi Dinin la protagonista altri non è che Ada. Dinin che esplora il mondo con il visibile, ama anche con l'invisibile, in chiave spesso quasi onirica e trasfigurata.Affascinanti le immagini "botaniche" che ben rimandano a quegli anni di art noveau, fatti di atmosfere idilliache e profumi immaginari che tanto sarebbero piaciuti a Matisse e Monet. Ma il contenuto non è solo estetico ed estatico, Ada Negri passa presto a raccontare anche difficoltà e miserie, soprusi e drammi sociali, travalicando con abilità e arte l'esperienza autobiografica, per assumere un valore sociale universale. Tutti particolari e prerogative che rendono questo romanzo del primo novecento assai moderno e storiografico.Quando uscì, nel 1921, "Stella mattutina" ebbe un successo enorme che consolidò una volta di più la sua autrice. Piacque per la sua adesione al genere autobiografico che la individuava tipicamente, e piacque anche lo sforzo dell'autrice di illustrare con coraggio la situazione femminile di quegli anni in Italia.

  • by Filippo Tommaso Marinetti
    £9.49

    In piena bagarre futurista, l'ideologo, il mentore il "capo" del movimento Filippo Tommaso Marinetti venne formalmente accusato di oltraggio al pudore a causa del suo testo "Mafarka il Futurista". Marinetti, in sua difesa chiese aiuto a tutta quella pletora di amici e discepoli che allora lo circondavano e lo veneravano. Egli per l'occasione mobilitò alcuni dei più celebri avvocati milanesi del tempo che lo seguissero durante il processo, che ebbe luogo nell'ottobre del 1910 davanti a un folto pubblico di letterati, artisti, giornalisti e studenti oltre a tutti i nomi più noti degli esponenti del movimento futurista: Boccioni, Balla, Russolo, Carrà, Sant'elia, Ciacelli e molti altri. Marinetti per rafforzare la difesa della sua posizione fece ricorso anche alla perizia 'tecnica' di un suo grande amico e grande letterato italiano, Luigi Capuana, che si espresse con toni sinceramente entusiasti nei confronti dell'opera ("è precisamente il poema, non il romanzo, della conquista del pieno possesso della libertà spirituale dell'individuo").L'accusa di oscenità a carico del Marinetti verteva soprattutto sui primi due capitoli del suo scritto, e per l'esattezza l'episodio dello "stupro delle negre" e il gigantesco membro virile di dieci metri sfoggiato da Mafarka nel secondo episodio. Il processo alla fine si concluse con l'assoluzione, e fu in pratica una solenne occasione per pubblicizzare il futurismo attraverso un grande e chiassoso happening pubblico...La nostra edizione è abbellita e impreziosita con diverse tavole artistiche di vari artisti e protagonisti del futurismo: Boccioni , Russolo e lo stesso Marinetti!

  • by Emilio De Marchi
    £10.49

    Emilio De Marchi (1851 - 1901) per me è in primo luogo un ricordo: un nome su un cartello. Era la strada dove abitavo nella mia prima infanzia. Un giorno mi venne in mente di chiedere chi fosse quel signore, mi incuriosiva sapere la ragione di quella dedica. "E' uno scrittore, milanese". Una risposta che mi fece doppiamente piacere, non solo per la simpatia che coltivavo già allora, alunno elementare, nei confronti degli inventori di storie, ma anche per il senso d'appartenenza: De Marchi era un personaggio locale, che magari aveva camminato per le stesse strade di Milano dove ogni tanto si andava a fare le passeggiate con i nonni....Chi però ha la fortuna di arrivare direttamente all'opera di De Marchi non resta deluso: davanti a sé non trova certo un modesto anello di congiunzione tra generi e correnti, e neanche uno scrittore solipsista che rimesta in pentola i suoi bigi ragionamenti di cose andate, bensì un autore completo che sa guardare al mondo che lo circonda con l'attenzione di un cronista indagatore di caratteri e interiorità umane... De Marchi si occupa di impiegati frustrati e irosi avvocati, nobili di scarso calibro e pochi averi, ecclesiastici di terz'ordine e vedove afflitte dalla precarietà economica e sentimentale, vecchi militari arrugginiti e piccoli imprenditori in bilico sulla corda... Del resto in quegli anni si era fatta l'Italia e, come osservava Massimo D'Azeglio, occorreva fare gli italiani. De Marchi, letterato e patriota senza sfoggio, scrivendo dei suoi piccoli uomini alle prese con le grandi prove della vita sembra rispondergli con un sorriso a fior di labbra: obbedisco!

  • - Una biografia militare
    by Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    £26.49

    Uno studio obiettivo della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l'esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all'offensiva dall'inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi ed inglesi, che le fucilazioni e gli atti d'indisciplina nell'esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l'avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l'unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela. Sotto Cadorna l'esercito italiano inquadrò circa tre milioni di uomini, quanti mai né prima né dopo, e combatté le più grandi e sanguinose battaglie della propria storia arrivando ad essere una macchina militare mastodontica, lenta e possente, capace di rialzarsi senza l'aiuto alleato e vincere una guerra, dopo aver subito una catastrofica disfatta. Viene analizzata approfonditamente la battaglia di Caporetto ed la ritirata al Piave, e sono integralmente riportati gli ordini del 18 settembre e del 10 ottobre 1917 dati ai Comandanti d'Armata alla vigilia di Caporetto, che smentiscono definitivamente la leggenda di un Cadorna sorpreso dagli avvenimenti e incredulo circa l'offensiva nemica: ordini che, se eseguiti, avrebbero cambiato le sorti della battaglia; è poi riportato anche lo studio fatto preparare da Cadorna già nel giugno 1917 sul'eventuale ripiegamento al Piave, che il Generalissimo applicò dopo Caporetto, salvando l'esercito e vincendo la battaglia d'arresto. Anche la figura dello spietato macellaio, del fautore di una disciplina crudele ed ottusa tanto cara alla storiografia progressista viene ridimensionata sulla base della corrispondenza con il governo, riportata in appendice. In questo lavoro la figura di Cadorna è vista come appare dai documenti d'archivio, dalla corrispondenza privata, dai giudizi di amici ed avversari, per restituirne un ritratto imparziale basato su una documentazione spesso inedita, che cerca di ristabilire la verità al di là di apologie e denigrazioni.

  • - Con il battaglione Valanga della Decima MAS
    by Raffaele La Serra
    £26.49

    In questo libro, lo «Sprecato» Raffaele La Serra, classe 1920 e Volontario di Guerra, ci racconta la sua storia, che è stata poi la storia di tanti soldati italiani, in modo vivo e spesso ironico, narrando la sua esperienza di guerra tra i Bersaglieri della Divisione Ariete nelle battaglie di corazzati in Nord Africa nel 1941, quindi nel rinato XXXI Battaglione Guastatori in Italia e dopo l'8 settembre 1943 nel Battaglione Guastatori Alpini Valanga della Decima Flottiglia MAS, coinvolto nelle operazioni di controguerriglia e di difesa del confine orientale dell'Italia nel 1944-1945, distinguendosi nei duri scontri contro il IX Corpus di Tito nella Valle dell'Isonzo e a Tarnova.In appendice, oltre alle fotografie di proprietà dell'autore, sono presentate numerose rare foto dell'archivio del ricercatore Riccardo Maculan e di veterani del Battaglione Valanga.

  • by Massimiliano Afiero
    £12.49

    Hi everybody, our magazine is getting more and more interesting, but we still need your collaboration to continue to grow and above all, to continue to improve our contents. In order to do this it is necessary that you send us your positive or negative comments, about our articles. Knowing what really matters to our readers is essential to advance and better guide our historical research. In each new issue we always try to tackle different and varied subjects, to try to please everyone. We have already received some feedback and we are trying to widen the topics covered in our magazine to all the Axis nations and to all foreign volunteer units, trying to deal with unpublished topics and subjects that have not yet been adequately covered by official historiography. In this new issue, we start with an article dedicated to Norwegian Volunteer Legion, we continue with a biography of Ernst Barkmann, a soldier in the Das Reich division and the first part of the article about the Barbarigo Battalion on the Anzio front. You will find a research article by Mark Rikmenspoel relating to the Waffen SS Kriegsberichter. Then we report the employment of the Götz von Berlichingen Waffen SS division on the Carentan front, in the summer of 1944, the third part of the work on the Hungarian armored units on the Eastern front and finally the second part of photographic reportage dedicated to the SS-Hauptsturmführer Hans-Jörg Hartmann. Happy reading to everyone and see you in the next issue.

  • - la verita di uno specchio
    by Flavio Unia
    £25.49

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