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La religione della schiavitù o il fallimento degli abolizionisti

About La religione della schiavitù o il fallimento degli abolizionisti

Questo lavoro, esteso alla dimensione di un'etica politica del rapporto con l'Altro, si propone di condividere i principali elementi di un dibattito filosofico e sociale relativo a una realtà inconfutabile: la schiavitù o "schiavitù", la cui pervasività contribuisce a plasmare l'apprensione dell'uomo nei confronti dell'Altro, quando rifiuta di vedere il proprio Io in lui. Ma continua anche a influenzare le menti di coloro che l'hanno subita, come se la memoria di questa alienazione persistesse nei loro geni, corpi e menti. Inopportunamente, il colore nero, associato allo schiavo, al dominato, mentre il bianco è associato al padrone dominante e superiore, provoca risentimento tra le persone che vengono così inferiorizzate. Da qui questo rivendicazionismo nei confronti del bianco dominante, che porta a un'esasperata richiesta di identità da parte dei dominati e favorisce, al posto dell'identità relazionale del Tout-Monde di E. Glissant, una maggiore diffidenza nei confronti del multiculturalismo o della sua versione migliorata e politicamente corretta, praticata da sempre: il transculturalismo.

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  • Language:
  • Italian
  • ISBN:
  • 9786206132530
  • Binding:
  • Paperback
  • Pages:
  • 512
  • Published:
  • June 25, 2023
  • Dimensions:
  • 150x31x220 mm.
  • Weight:
  • 780 g.
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Description of La religione della schiavitù o il fallimento degli abolizionisti

Questo lavoro, esteso alla dimensione di un'etica politica del rapporto con l'Altro, si propone di condividere i principali elementi di un dibattito filosofico e sociale relativo a una realtà inconfutabile: la schiavitù o "schiavitù", la cui pervasività contribuisce a plasmare l'apprensione dell'uomo nei confronti dell'Altro, quando rifiuta di vedere il proprio Io in lui. Ma continua anche a influenzare le menti di coloro che l'hanno subita, come se la memoria di questa alienazione persistesse nei loro geni, corpi e menti. Inopportunamente, il colore nero, associato allo schiavo, al dominato, mentre il bianco è associato al padrone dominante e superiore, provoca risentimento tra le persone che vengono così inferiorizzate. Da qui questo rivendicazionismo nei confronti del bianco dominante, che porta a un'esasperata richiesta di identità da parte dei dominati e favorisce, al posto dell'identità relazionale del Tout-Monde di E. Glissant, una maggiore diffidenza nei confronti del multiculturalismo o della sua versione migliorata e politicamente corretta, praticata da sempre: il transculturalismo.

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